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venerdì 12 luglio
apertura ore 16.00 Clodig, municipio, Sala blu
Lo spazio e la luce
Studi preliminari. Dall’installazione alla scenografia.

progetti in mostra di Gaetano Ricci
verso le sette della sera Topolò
Sfueâi.
Note a margine della poesia friulana
Angelo Floramo, narrazione | Elsa Martin, voce
con i buio, in piazzetta Srebarna ojcet
Autodafè in concerto
in collaborazione con il circolo culturale sloveno KD Ivan Trinko
a seguire, al cinema Incontro e visioni con la regista Cristina Picchi
da oggi a domenica
alla vecchia scuola The Fabric of the World
videoinstallazione di Cristina Picchi
presso l’ambasciata di Norvegia Lo scorrere della vita
videoinstallazione a cura di Cinescatti
in una casa Trasmissioni dal passato
radioinstallazione di Valerio Bergnach
sabato 13 luglio
alle quattro del pomeriggio Archivi super8
incontro con Cinescatti, Sara Fgaier e Alina Marazzi
a cura dell’Accademia del Passo Ridotto di Topolò
verso le sei della sera apertura
parole autorevoli per la XXVI edizione
con il buio The Fundaments of Improvisation
Samo Kutin, ghironda | Tomaž Grom, contrabbasso
a seguire, al cinema Gli Anni, un corto di Sara Fgaier
Fatti vivo, un corto di Alessandra Beltrame
da oggi a domenica
Drift/Traces
installazione sonora di Alessandro Fogar
The same (obsolete Topologies)
un progetto di Rui Manuel Vieira e Haarvöl
domenica 14 luglio
alle dieci del mattino Ritrovar sentieri, pensieri e parole
presentazione in cammino di Robida 6
verso le quattro del pomeriggio Dotik
con i musicisti Giovanni Lami e Glauco Salvo
verso le sei della sera Die Weise von Liebe und Tod des Cornets Christoph Rilke
per ensemble di 13 strumenti e narratore
su testi di Rainer Maria Rilke
di Viktor Ullmann. Orchestra da camera Abimà
con il buio Migrazioni di suoni
concerto in duo per nastri magnetici
di Giovanni Lami e Glauco Salvo
lunedì 15 luglio  
verso le cinque alla stella di Zorio
Continuo, infinito, provvisorio
con il fotografo Alessandro Ruzzier
verso le sette della sera Immagini e linguaggi dell’antislavismo fascista (1919-34)
una ricerca storica di Tommaso Chiarandini
con il buio, casa Juljova hiša Rooms, per pianoforte e quartetto d’archi
musiche di Francesco Imbriaco
a seguire, al cinema Jan Cvitkovic presenta
Prove di regia di giovani autori
in collaborazione con Akademija umetnosti v Novi Gorici
martedì 16 luglio  
alle quattro del pomeriggio Passeggiate nei boschi alla scoperta dei mondo dei licheni
guidate da Deborah Isocrono
ogni giorno, fino a giovedì 18
a cura dell’Officina Globale della Salute di Topolò
verso le sei della sera Dotik
con l’artista neozelandese Ian-John Hutchinson
prima del buio al limitar del bosco
Al centro delle cose
concerto omaggio a Pierluigi Cappello
Elsa Martin, voce | Stefano Battaglia, pianoforte
a seguire, al cinema Diario blu(e)
un film disegnato di Titta
mercoledì 17 luglio  
in mattinata Avvio Cantiere TMO Topolovska minimalna orkestra
verso le sei della sera Voci dalla Sala d’Aspetto | Glasovi iz cakalnice
incontro con l’autore Nicola D’Altri
prima del buio, al cinema incontro e visioni con Marco Mucig, regista
a seguire, con il buio Selfie
un film di Agostino Ferrante
in collaborazione con Kino Otok_Isola Cinema
da oggi a domenica
in una camera Remains, Confessions to the Ghosts
videoinstallazione di Niko Novak e Matevž Jerman
in collaborazione con Kino Otok_Isola Cinema
in una casa Vsak pravi pesnik
videoinstallazione dedicata al poeta Tomaž Šalamun
di Nejc Saje e Jeffrey Young
giovedì 18 luglio  
al rintocco del mezzogiorno Fades - per la campana grande di Topolò
intervento sonoro di Antonio Della Marina
ogni mezzogiorno, fino a domenica
alle quattro del pomeriggio Improvisation Collaboration
Ian-John Hutchinson
a seguire Paesaggio sociale//Paesaggio sonoro
di Roberto Fabrizio e Giulia Iacolutti
all’imbrunire, in piazzetta Po poti
concerto del gruppo vocale Fajnabanda
con il buio, nel bosco Raccogliere ombre
workshop di Francesca Zoboli
a cura della Pinacoteca Universale di Topolò
con il buio, al cinema Igram, sem
un film di Miroslav Mandić
venerdì 19 luglio  
verso le cinque del pomeriggio Improvisation Collaboration
performance corale di Ian-John Hutchinson
con il buio, al cinema Spiralia
improvvisazione per voci, segni, rumori, chiaroscuri, abissi ...
Elsa Martin, voce, electronics | Cosimo Miorelli, live painting
a seguire V tišini letnih časov_Nel silenzio delle stagioni
un documentario dedicato all'illustratrice Luisa Tomasetig
regia di Marko Sosič
fino a domenica
alla vecchia scuola Cascatelle Luce
videoinstallazione di Michael Delia
sabato 20 luglio  
dal pomeriggio fino a domenica Le ombre raccolte nella notte
disegni per un’esposizione
alle cinque del pomeriggio Rigenerare paesaggi. Progetti sensibili alle storie dei luoghi, degli uomini e della natura.
Incontro con l'architetto Paola Cigalotto
a seguire Gli Ultrauomini
un’indagine e un libro della rivista CTRL
con il buio, in piazza grande Concerto de Les Tambours de Topolò
a seguire ... le lune di Topolò
domenica 21 luglio  
alle 10 del mattino Clodig, municipio, Sala blu
... sulle tracce di Leonardo
da Vinci a Jesi a Topolò
chiusura della mostra di Gaetano Ricci
nel primo pomeriggio a Stamorcak
Omaggio a Osip Mandel’štam
letture e installazione di Alberto Fiorin
Voci dalla Sala d’Aspetto | Glasovi iz cakalnice
a seguireUnseriously serious
incontro con Vivien Buchhorn, curatrice del programma del
festival Woche der Kritik di Berlino e Miroslav Mandić, regista
in collaborazione con Kinokašča
a seguire Cantiere"d’ascolto della TMO
all’imbrunire, in piazza grande Topolò, stazione di Topolò…
con Pif
durante il tempo della Stazione ToBe Continued 2019. Suoni dal mondo
a cura dell’Officina Globale della Salute di Topolò

La partecipazione a tutti gli eventi e ai cantieri è gratuita.
programma aggiornato su: www.stazioneditopolo.it











Stazione di Topolò · Postaja Topolove
è realizzata da
Associazione Topolò - Topoluove

con il patrocinio e la collaborazione
Comune di Grimacco (Udine)

con il contributo
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia | Assessorato alla cultura

e il sostegno di
Urad Vlade RS za Slovence v zamejstvu in po svetu
SKGZ, Arts Council of New Zeland Toi Aotearoa,
Kulturno Društvo Ivan Trinko, Fondazione Friuli

in collaborazione con
Akademija umetnosti v Novi Gorici, Kinokašca, Entract, Film festival Kino
Otok Isola Cinema, Festival Viktor Ullmann, Cerneaz Pianoforti,
ProLoco Nediške Doline, Zavod Sploh

direzione artistica Moreno Miorelli, Donatella Ruttar
direttore tecnico Valerio Bergnach
Voci dalla sala d’aspetto | Glasovi iz čakalnice a cura di Antonella Bukovaz

info: morenomior@gmail.com · donatellaruttar@gmail.com
+39 335 5643017 | +39 338 8764776


The New Wild

un libro di Christopher Thomson

Pochi si sarebbero aspettati un successo così clamoroso per il documentario, The New Wild, girato nella remota Val Aupa dall’inglese, naturalizzato dordollese, Christopher Thomson. Non certo per l’alta qualità del prodotto quanto per il tema trattato e per il metodo di ripresa. L’opera di Christopher ha riempito le sale del Friuli e di molte altre località italiane e straniere, partecipando con successo a festival prestigiosi. Invece che il solito DVD, il regista ha scelto di proseguire il percorso della sua creatura producendo un libro ricco di immagini e parole... di fatto un DVD cartaceo. Lo presenta a Topolò, luogo che gli è stato di stimolo creativo e di affetto umano durante tutte le fasi di lavorazione.

Sub-Riemannian geometry and Topolo(gy)

r28 e 29 giugno 2018
Simposio internazionale di matematica

Sub-Riemannian geometry and Topolo(gy) è il seguito del workshop Control and Topology organizzato a Topolò nel 2011. I partecipanti hanno mantenuto il ricordo di un luogo dalla atmosfera ideale per le loro discussioni e perfetta per nutrire la loro creatività. Sono loro ad aver dato lo spunto per questo nuovo evento. L’argomento scelto quest’anno è astratto e tattile, e sembra sposare perfettamente l’estetica del luogo. La geometria sub-Riemanniana studia un mondo in cui in ogni punto dello spazio solo alcune direzioni possono essere seguite. Anche se i vincoli sono onnipresenti, in questo mondo è possibile trovare un percorso che colleghi qualsiasi coppia di punti. Una caratteristica del mondo sub-Riemanniano è che la sua dimensione appare diversa quando viene osservata in diverse scale: un mondo piatto quando misuriamo i vettori, ma altre dimensioni si aggiungono quando misuriamo distanze, volumi, curvature. Ci incontriamo a Topolò per condividere le nostre scoperte e la nostra visione su queste ricche strutture geometriche, le loro proprietà universali, le loro incarnazioni del mondo reale.

Organizzazione scientifica: Ugo Boscain, fisico e pianista di formazione, matematico e controclaronista nella vita. Si è dottorato alla SISSA di Trieste. Vive e lavora come ricercatore a Parigi. Si interessa di teoria geometrica del controllo, di geometria sub-Riemanniana e delle loro applicazioni allo studio della visione e del trattamento di immagini.
Philippe Jouan, matematico, ha studiato a Rouen, in Normandia, e svolge la sua attività di ricerca tra Rouen, Dakar e Antofagasta. Si interessa di proprietà geometriche e dinamiche dei gruppi di Lie, di teoria del controllo e di sistemi ibridi.
Mario Sigalotti, formatosi tra il Friuli e la Venezia Giulia, si trasferisce in Francia per continuare le sue attività di ricerca in matematica. E’ attualmente ricercatore a Parigi. Si occupa di teoria geometrica del controllo e di sistemi commutanti.

Lo spazio e la luce
Studi preliminari. Dall'installazione alla scenografia.

Leonardo, Gaetano e Topolò

Quando accogliemmo la proposta di portare Leonardo da Vinci all'interno della Stazione, il pensiero andò immediatamente ai lavori di Gaetano Ricci, ai suoi progetti su carta, alle sue installazioni dove la ricerca della perfezione, dell'equilibrio, unite alla tensione verso la bellezza, rimandano anche il non addetto ai lavori al genio del Toscano. Gaetano ha partecipato alle prime gloriose edizioni di Stazione di Topolò con interventi memorabili: la clessidra, che a qualcuno cambiò addirittura il corso della vita, e la piramide riflettente, che inviava il suo segnale di luce oltre un confine all'epoca non completamente aperto. Sul sentiero che porta a Livek, in Slovenia, troviamo ancora le sue teste di cavallo, perfette, in vetroresina, che emergono come da uno scavo archeologico. E mai ha cessato di seguire il nostro progetto, anche negli anni in cui alle installazioni sono subentrati progetti più eterei. La sua mostra, presso la Sala Blu del comune di Grimacco (a Clodig), resterà aperta dal 12 al 21 luglio e oltre ad essere un omaggio, suo e nostro, a Leonardo, vuole essere un omaggio alla luce, allo spazio, alla chiarezza, alle menti che rifiutano le tenebre e che restano rivolte alla bellezza, schiave felici di un istinto naturale che, abbinato allo studio incessante, trova l'alchimia perfetta per dare ordine al caos.

Andrea Silicati

Faccia a faccia. Ritratti di chi c’è e di chi c’era a Topolò

Faccia a faccia è una viaggio fatto più che di passi di incontri, di persone e comunità, con cui seppur per un attimo (il tempo di un ritratto), entro in contatto. Questo progetto, è una laboratorio, ormai attivo dal 2013 sul rapporto tra individuo e comunità, tra lo spazio personale e l’anima dei luoghi che gli individui ridisegnano giorno per giorno. I luoghi hanno una storia da raccontare, forgiata dalle persone che li hanno abitati. Topolò ha una storia e dei volti con cui sono pronto ad incontrarmi in un modo per me del tutto inedito, dove mi confronterò anche con la dimensione del tempo.

Andrea Silicati, artista visivo, dopo l’Accademia di Belle Arti di Macerata, torna nella sua Jesi, presenta alcuni lavori nelle gallerie marchigiane, insegue una purezza essenziale, una qualità del segno, ma, non ancora soddisfatto, continua a studiare.

Figure del mito e canti di Resia

concerto del coro spontaneo di Resia

Il coro spontaneo femminile della Val Resia - Rezija è nato nel 2017 all’interno del Gruppo folkloristico "Val Resia" su sollecitazione del musicologo Roberto Frisano. Quest’anno, a maggio, ha partecipato al Festival del folklore di San Pietroburgo. La ricerca va alle radici del canto popolare resiano proponendo canti secondo le melodie più arcaiche e originarie. Durante il concerto proiezione di "Zverinice Tu-w Reziji" un’animazione digitale di Cosimo Miorelli realizzata per il Museo della Gente della Val Resia | Muzeo od tih rozajanskih judi.

Ocean Cantos

un film di Andrej Zdravić
(83’ - 2017)

L’acqua occupa un posto speciale nel mio cuore, è una cosa a cui faccio ritorno già da più di dieci anni, fermandomi a studiarla. Sono particolarmente affascinato dall’oceano, dai suoi ritmi e dalla sua eterna mutevolezza che richiamano la sconfinatezza della nostra interiorità. Ocean Cantos è la continuazione della mia esplorazione dell’oceano ed è un ciclo in divenire di corti filmati che studiano il dinamismo, le grandiose bellezze e la potenza dell’oceano. Le riprese vengono effettuate in varie parti del mondo (in base alla disponibilità economica), e l’opera include già i materiali ottenuti lungo le coste della California (nel Pacifico) e della Cantabria (nell’Atlantico) in Spagna (2013-2015). A partire da questi materiali sono finora stati realizzati dieci film, mentre altri otto nuovi film Ocean Cantos sono in fase di creazione.

Lo scorrere della vita

Cinescatti

Cinescatti è un progetto di Lab 80 nato a Bergamo nel 2010 con l’obiettivo di recuperare, salvaguardare e valorizzare film amatoriali e di famiglia. Ad oggi l’archivio è composto da circa 3000 filmati in formato 16mm, 9,5mm Pathé Baby, 8mm e Super8 girati dal 1926 fino ai primi anni Novanta. Negli ultimi anni Cinescatti ha effettuato raccolte territoriali in Lombardia che hanno permesso il ritrovamento di nuovi preziosi filmati ed è stato tra i promotori di progetti dedicati alla valorizzazione condivisa e partecipata delle collezioni filmiche amatoriali come, ad esempio, Re-framing Home Movies, un percorso di alta formazione per giovani artisti, archivisti e filmmaker dedicato alla rielaborazione consapevole del patrimonio filmico familiare italiano.

Vorremmo portare a Topolò un fondo filmico a cui siamo molto affezionate per condividerlo. L’idea è quella di proiettarlo in uno degli spazi del festival in modo continuativo (giorno e sera) per tutta la durata della nostra permanenza. Il fondo filmico racconta la vita di un’unica famiglia coprendo un arco temporale di circa venti anni, questa storia privata è fatta di vita quotidiana, eventi positivi ma anche negativi. Lo sguardo del cineamatore racconta in modo intenso lo scorrere della vita del proprio nucleo famigliare attraverso lunghi sguardi in camera e ritratti; i film sono tutti privi di sonoro. L’installazione la immaginiamo composta da due proiezioni, l’una di fronte all’altra: uno spazio dove, voltando lo sguardo, da parete a parete, saranno visibili salti temporali, visi cambiati, cresciuti e poi di nuovo tornati bambini.Questo spazio lo vorremmo dedicare a qualsiasi persona che voglia abitarlo: con una poesia, qualche nota musicale, ogni spontanea iniziativa sarà accolta come la vera sorpresa di questa installazione.

Scaling Microspace

sei video realizzati a Topolò
di John Grzinich

Queste sei piccole perle sono state realizzate nel 2002 a Topolò dal mmusicista e videomaker americano John Grzinich. Il tutto è stato realizzato con una strumentazione "leggera" e montato sul posto. Alle immagini riguardanti micro aspetti di Topolò, si aggiunge l’aspetto sonoro che John ha fatto realizzare dai musicisti presenti in Stazione, creando così un lavoro corale di grande intensità. Anche la fase di montaggio si è svolta a Topolò. Scaling Microspace è stato presentato in numerose rassegne di arte contemporanea e sound art europee ed extra-europee. Ne è passato di tempo e ci è sembrato importante riproporre quest’opera raffinatissima al pubblico della Stazione.

John Grzinich vive a Mooste, in Estonia, dove è uno dei curatori di MoKS, un grande spazio per le arti e la ricerca con il quale la Stazione di Topolò ha operato molti scambi in questi 15 anni trascorsi.

Stefano del Medico

Arte e territorio: riconfigurare la territorialità in aree geografiche marginali
Un viaggio tra i paesi italiani di montagna che hanno scommesso sulla cultura

Inizialmente il progetto si proponeva di ridefinire uno dei principali luoghi comuni dei villaggi alpini e appenninici, quello della marginalità. Il più usato è quello della «trappola orografica», secondo cui un territorio risulta marginale a causa delle sue caratteristiche naturali (fisiche, morfologiche, altimetriche). La Stazione di Topolò segna l’inizio dell’itinerario per affermare la centralità del marginale, definendone le coordinate di partenza. Un viaggio da nord a sud, per giungere fino alla collina materana, passando per la Sardegna. L’esplorazione ha messo alla prova alcuni concetti propri della disciplina geografica, come il territorio, l’azione territoriale, la territorialità. Si trattava di provare a comprendere come un processo artistico, localizzato in aree geografiche marginali, potesse contraddistinguere un nuovo ciclo del processo di territorializzazione. La ricerca conduce e interroga sul significato di luogo-bene comune, una sorta di «scrigno» dei nostri sentimenti e delle nostre emozioni e nello stesso tempo nodo di scambio e di relazione che ha la forza di modificare gli spazi sociali. Un percorso guidato dalle tracce del costante processo di relazione tra ri-significazione del paesaggio e progetto artistico.

Stefano Del Medico, laureato in Storia e Società presso l’Università di Roma Tre, con una tesi dal titolo Stazione di Topolò: territorio d’incontro. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Roma Tre, con un progetto dal titolo Arte e territorio: riconfigurare la territorialità in aree geografiche marginali. Lavora presso il Dipartimento VI Pianificazione Territoriale Generale della Città Metropolitana di Roma Capitale.

Paesaggio sociale // Paesaggio sonoro

di Roberto Fabrizio e Giulia Iacolutti

Paesaggio sociale // Paesaggio sonoro nasce dal progetto partecipativo, Paesaggio sociale // Paesaggio visivo, ideato da Giulia Iacolutti durante la 25^ edizione della Stazione di Topolò e che ha visto coinvolti nel ricamo collettivo della mappa della località, abitanti, amici e ospiti. Partendo dai disegni catastali, le case sono state ricamate con il colore riferente al secolo di costruzione, dal 1500 fino ad arrivare al XX secolo. Grazie alla collaborazione con il chitarrista Roberto Fabrizio, l'arazzo si trasforma quest'anno in partitura grafica: il suono evocherà l'andamento incostante dell'insediamento, generando così l'elettrocardiogramma del paese.

Cinema grattacielo

di Marco Bertozzi
film documentario, 98’

Duecento case, una sopra l’altra, tutte così vicine. Una griglia segreta di aggregazioni, risistemazioni, accorpamenti che richiama l’antico desiderio dell’uomo di ricreare il suo spazio di vita. Un reticolo di lingue che ricorda l’esperienza di Babele, e ne segna di volta in volta un’idea di rifiuto o esaltazione, condanna o curiosità, vergogna o visionaria leggerezza...
Abitandoci mi sono reso conto di quale ricchezza e di quale problematicità fosse custode. Da ragazzino era un irraggiungibile albero della cuccagna. Il gioco più bello di una città luna-park, l’astronave di una vacanza che sembrava non finire mai. Lui svettava sulla metropoli balneare, con la sue pareti scintillanti, eppure tragicamente erette sulle ferite della guerra, laddove le bombe si erano più accanite.
Così il film non è solo la storia di un edificio, ma anche di una città molto particolare, come Rimini, nonché una riflessione sui nostri mutanti modi di vivere.

Marco Bertozzi (1963), fa parte di quel gruppo di autori che ha contribuito alla rinascita del documentario italiano, con un forte impegno teorico e di promozione culturale. Combina la pratica cinematografica a una forte componente teorica. Ha insegnato Cinema documentario al Centro Sperimentale di Cinematografia e alla Volontè di Roma, al Conservatorio di Scienze Audiovisive di Lugano e, attualmente, all’Università IUAV di Venezia.

Il bosco è un mondo

a cura di Voci dalla sala d’aspetto | Glasovi iz čakalnice

Incedo nel cuore di un bosco di montagna. Due alberi sono cresciuti insieme, l’uno addossato, annidato, nell’altro. Si sono incurvati risalendo la competizione brutale fra albero e albero, entrambi hanno cercato di raggiungere le posizioni alte e pregare insieme al dio del tempo, che qui ha un solo nome. Gli alberi dei boschi e delle foreste non conoscono Bacco, per loro l’unica fonte è Apollo, il re del Sole. Senza l’azione di quella palla di fuoco saremmo gravitati intorno a un silenzio cosmico privo di attività coscienti.
Nonostante l’uomo continui ad abbattere alberi da almeno tremila anni, l’idea, la percezione che la fine del mondo si presenti con la caduta dell’ultimo albero non rispecchia un timore prettamente ecologico, piuttosto un senso di smarrimento cosmico. Incarna lo sradicamento dalla foresta, la madre severa che ha protetto le grotte dentro le quali siamo probabilmente venuti al mondo. Smarrendo la foresta la fede si indebolisce, si rimane senza Chiesa, senza Dio, senza le parole per la preghiera. Ammirare una conifera alta trenta o quaranta metri che si è costruita aggrappandosi alla cima di una roccia, in montagna, o sbirciare in un annoso e annodatissimo vegliardo cavernoso nel folto di un castagneto, oltre le vecchie case abbandonate di una frazione che ha smarrito il nome, ci garantiscono forse quel barlume di speranza in un’eternità del nostro respiro (...).

Tiziano Fratus è nato a Bergamo nel 1975. Ha coniato il concetto di Homo Radix, la pratica dell’Alberografia e la disciplina della Dendrosofia. L’intera sua costellazione editoriale va sotto il titolo di Arborgrammaticus e ne fanno parte, fra gli altri: Manuale del perfetto cercatore d’alberi (Feltrinelli), la Trilogia delle bocche monumentali (Laterza), il romanzo Ogni albero è un poeta (Mondadori), la Trilogia degli alberi nube (Ediciclo), le raccolte di poesie Un quaderno di radici (Feltrinelli), Musica per le foreste (Mondadori). È stato selezionato per rappresentare l’Italia nella piattaforma «Versopolis» che consorzia i più importanti festival di poesia d’Europa; sue poesie sono state tradotte e pubblicate in inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, polacco, slovacco e lituano.
Cura la rubrica "Il cercatore di alberi" sulle pagine del quotidiano La Stampa.
Vive in Piemonte laddove finisce la pianura e iniziano le montagne.

Percorso meditativo nel bosco

con il poeta e scrittore Tiziano Fratus

Tiziano Fratus è nato a Bergamo nel 1975. Ha coniato il concetto di Homo Radix, la pratica dell’Alberografia e la disciplina della Dendrosofia. L’intera sua costellazione editoriale va sotto il titolo di Arborgrammaticus e ne fanno parte, fra gli altri: Manuale del perfetto cercatore d’alberi (Feltrinelli), la Trilogia delle bocche monumentali (Laterza), il romanzo Ogni albero è un poeta (Mondadori), la Trilogia degli alberi nube (Ediciclo), le raccolte di poesie Un quaderno di radici (Feltrinelli), Musica per le foreste (Mondadori). È stato selezionato per rappresentare l’Italia nella piattaforma «Versopolis» che consorzia i più importanti festival di poesia d’Europa; sue poesie sono state tradotte e pubblicate in inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, polacco, slovacco e lituano.
Cura la rubrica "Il cercatore di alberi" sulle pagine del quotidiano La Stampa.
Vive in Piemonte laddove finisce la pianura e iniziano le montagne.

Izgubljene poti in besede | Sentieri persi, perse parole

lezioni di sloveno nel bosco con Janja Šušnjar

"Dicono che la parola si perda dopo esser stata pronunciata, mentre quella scritta rimane. Ma la ragione principale è che con essa si lascia una traccia d’amore e cura", scrisse Aleš Debeljak in una cartolina al proprio figlio.

Lungo le strade che da Topolò portano verso altri luoghi, una volta si parlava una lingua che aveva parole diverse. Fintantochè la strada per Clodig non divenne il collegamento principale con la valle, lungo i sentieri, dai terrazzamenti e dai prati risuonavano canzoni e racconti in dialetto sloveno.
Durante le mie camminate autunnali fra i ricci di castagna, sulla neve fresca a febbraio e tra l’erba alta e umida di fine estate, ho a poco a poco scoperto e conosciuto sentieri e nuove storie scritte nelle pietre dei muri e dei terrazzamenti e lungo stradine che li attraversano. Ho scelto così cinque sentieri, ognuno con la propria storia.
Durante la Postaja, per alcuni giorni, dopo colazione, vi accompagnerò in una passeggiata-lezione che disvelerà i sentieri e insegnerà parole e significati che si sono persi nel tempo. In questo modo riporteremo in vita i sentieri e le parole, che una volta scritte lasceranno una traccia d’amore e cura.

Janja Šušnjar ha quasi concluso gli studi di architettura a Ljubljana. Nella sua tesi di laurea si occupa di Topolò dove quest’inverno ha abitato, tra libri, alberi e pietre. Le piacciono le storie e le scoperte, le ombre che si spostano sui muri e tutte le sfumature di blu.

Pif, Michele Astori e Errico Buonanno

...e mettila da parte

E' come un voto quello che Pif ha stretto con Topolò. Arriva semidistrutto nel pomeriggio, stremato dal caldo e dai ritardi dei treni, per ripartire il mattino dopo. Sappiamo che lui va solo dove ha un senso andare e di questi suoi viaggi siamo quindi silenziosamente orgogliosi. Dalla scorsa edizione, è con lui Michele Astori, amico suo e nostro, sceneggiatore dei suoi film e spalla perfetta nella trasmissione radio "I Provinciali". Quest'anno salirà con loro anche lo scrittore e giornalista Errico Buonanno. Il programma è in via di definizione e quando sarà definito probabilmente cambierà all'ultimo momento. Come piace a loro e a noi.

Ricollocando le stelle in bosco

posa della stella di Zorio

Una grande stella, semplicissima, formata da cinque "rakle" lunghe 3 metri e dello spago per tenerle unite alle intersezioni. E’ una stella ma sono anche cinque giavellotti diretti verso tutte le direzioni, anche verso il cielo, dove stanno le stelle. Questa è l’opera che Gilberto Zorio, biellese, uno dei padri dell’arte povera, suggerì e donò a Topolò nel 1997. La stella ha resistito alcuni anni, agli uragani estivi, ai geli invernali; ogni tanto andavamo a legare qualche laccio che si era sciolto o che era stato mangiato dagli scoiattolii e dai ghiri. Poi la stella è scomparsa. Quest’anno, per ricordare il XXVesimo della Stazione, abbiamo deciso di ricrearla seguendo le sue istruzioni che ancora conserviamo su fax e di ricollocarla, vedremo dove, nel bosco intorno al paese.

Fades

Per la campana grande di Topolò

Senza Topolò questo progetto non sarebbe mai nato. Qui grazie alla Postaja alcuni anni fa ho incontrato Claudio Montanari, il maggior esperto italiano di campane con cui ho avuto in seguito la fortuna di collaborare in varie occasioni. Negli ultimi anni Claudio mi ha fatto ascoltare le registrazioni di decine di suoni di campane delle chiese dell'alto Adriatico chiedendomi, in quanto musicista, di analizzarli e di descriverli nella sezione di un suo libro che è in corso di pubblicazione. Da questo lavoro e da questa collaborazione è nata l'idea per questo progetto.  I rintocchi di una campana sono solo il primo piano del suo suono; dietro ad esso c'è un livello più profondo, costituito da toni più duraturi e persistenti che vibrano intrecciandosi e danzando per molti secondi prima di estinguersi nel silenzio. Con quel tipo di suoni io ci "gioco" (play) da molti anni. Mi piacerebbe per una volta aggiungere al suono della campana di Topolò, per pochi minuti, lentamente e gradualmente, alcuni armonici accuratamente scelti, per arricchirne il timbro e per rivelare a chi non lo ha mai scorto, l'accesso a quel mondo dalle proprietà in-cantatrici. 

Vorrei dedicare questo mio breve concerto a Gino il campanaro, che ultimamente vedo poco durante la Postaja, ma con il quale ho sempre scambiato volentieri qualche sguardo e qualche chiacchiera. Spesso Gino apprezzava, più di altri visitatori, le forme d'arte di Topolò che qualcuno pigramente liquidava con un "non capisco".

Filippo Orefice

Per sax solo e suoni ambientali

Tornare a Topolò rappresenta per me molte cose. In primis un’occasione per rivivere un luogo magnifico in mezzo al bosco dove per alcune estati ho trascorso delle intense e piacevolissime ore di studio in perfetta solitudine. Inoltre ho l’occasione di condividere la perfetta acustica naturale del bosco con un pubblico e di esibirmi per la prima volta in sassofono solo. Si tratterà di un’esperienza molto stimolante.

Michael Delia

Cascata Sonata
installation/performance

Il termine sonata viene utilizzato per la prima volta nel 17mo secolo, quando la musica strumentale comincia ad essere sempre più autonoma e distinta da quella vocale. Il significato originale del termine (derivato dalla parola italiana suonare) fa riferimento ad un pezzo da suonare, diverso da cantata.
Dalla mia prima residenza artistica a Topolò nel 2004, ho continuato a fare registrazioni con strumenti a corda: scodelle d’acqua, sedie-arpe suonate dall’acqua che scorre o le onde dell’oceano, dal vento e anche da motori meccanici. Per la Stazione di quest’anno continuerò questo lavoro che culminerà in un’installazione/performance, una sonata risuonante la memoria del flusso del tempo (come una cascata) che scorre verso Topolò e vi ci ritorna.

Michael Delia (USA) è un artista la cui arte abbraccia un ampio raggio di discipline e media. Il suo lavoro comprende dipinti, sculture, installazioni, arte sonora e performance musicali. Ispirato dall’eredità musicale di etnie e culture di provenienze varie, il contemporaneo tuttofare Michael Delia costruisce i suoi strumenti e oggetti acustici con materiali riciclati e banali. Facendo ciò, combina i risultati verificati di organologie inventate con il sistema musicale razionale del ventesimo secolo. La musica di Delia è chiaramente microtonale, meditativa, ma può anche essere drammaticamente maestosa.

Elvio Annese, Gianfilippo Pedote

Accademia del Passo Ridotto di Topolò’

l Super 8 è uno dei formati caratteristici del cosiddetto passo ridotto, una pellicola cinematografica di formato più piccolo rispetto a quello professionale (35mm in particolare), concepito in particolare per essere utilizzato da un pubblico amatoriale. Il "super 8", introdotto dalla Kodak nel 1965, ha finito per rappresentare il desiderio di autorappresentazione (e a volte addirittura di auto-celebrazione) delle famiglie appartenenti ad una middle-class di buon livello culturale e di una certa solidità economica. Il Super 8 semplificava il procedimento di ripresa e anticipava la diffusione delle video cassette, non più pellicola ma supporto magnetico, che avrebbero sostituito i filmini a passo ridotto a partire dalla seconda metà degli anni 80, moltiplicando esponenzialmente la quantità di immagini ‘private’ prodotte ogni giorno fino a dare vita a YouTube, la piattaforma web su cui si possono caricare e scambiare ogni tipo di video, esplosa letteralmente quando gli ‘smart phone’ permisero di videoregistrare in digitale direttamente dal proprio telefonino.
In questo oceano di immagini da qualche anno c’è un ritorno di curiosità per il Super 8 e il passo ridotto in generale.
Il Super 8 però, insieme a tutti gli altro formati cinematografici ridotti, dal 16mm in giù, è stato anche il supporto fondamentale di tanto "cinema sperimentale" e cinema d’arte dagli anni ’20 agli anni ’70. La scelta dei formati ridotti rispondeva in primo luogo alla necessità di assicurarsi la più completa autonomia produttiva, senza vedersi costretti a sottostare a esigenze di mercato o influenze di altro genere nel proprio modo di concepire un film. Questa libertà creativa permetteva di esplorare la natura, la struttura, la composizione dell’immagine cinematografica fino ad ogni singolo fotogramma e ha allargato il nostro sguardo, incrociando la sua ricerca anche con quella che avveniva in altri campi artistici. Ed è a questo utilizzo che l’Accademia guarda innanzitutto, per riconnettersi alla tradizione di sperimentazione legata al passo ridotto e riproporla e rilanciarla per la Stazione di Topolò e il suo territorio.
L’Accademia è sensibile però anche al potere evocativo che il passo ridotto ha nel ‘raccontare’ il periodo storico che coincide con la sua diffusione, per alcuni limiti tecnici delle cineprese amatoriali, che rendono molto riconoscibili le sue immagini. Con i film a passo ridotto abbiamo a disposizione un archivio di memoria visiva eccezionale, destinato a durare nel tempo molto più di quanto probabilmente sarà dato alle immagini digitali attuali.

Ma forse, e soprattutto, l’Accademia nasce con l’aspirazione di provare a introdurre una sorta di rimedio omeopatico all’invadenza delle immagini e all’influenza che questa quantità finisce per avere sulla nostra esperienza del mondo, fino ad alterare il rapporto con la realtà e l’idea che di essa ci si forma. Le immagini realizzate con il formato a passo ridotto richiedono tempo per rivelarsi, dalle riprese allo sviluppo della pellicola; richiedono un’alta consapevolezza del valore di ogni singola inquadratura, per i pochi minuti di durata dei caricatori di pellicola (circa 3 minuti), che limita la possibilità di rifare, e per i costi della pellicola; hanno bisogno poi di strumenti specifici (un proiettore) per essere condivisi nel loro formato originale, la pellicola. E conservano una fisicità concreta, cioè un’affinità con quello di cui siamo fatti noi, che manca del tutto alle immagini dell’era digitale.

Nel momento della sua costituzione l'ACCADEMIA DEL PASSO RIDOTTO nomina il suo presidente, un filmmaker che è invitato, durante la Postaja, a partecipare ai workshop che l’Accademia intende organizzare alla Stazione, e che resta in carica per un anno. Presidente per il primo anno sarà Alessio Zerial, di cui leggerete nella pagine di questo catalogo perché nell’occasione dell’inaugurazione dell’Accademia verrà presentato il frutto del workshop sulle immagini girate da lui, insieme ad una retrospettiva dei suoi film.

L'ACCADEMIA DEL PASSO RIDOTTO è aperta alle collaborazione più diverse, di Enti, di istituzioni e di persone.
L’avvio è realizzato dalla Stazione Topolò in collaborazione con l’Accademia di Brera di Milano e il Kinoatelje di Gorizia.

Elvio Annese, regista di documentari, scrittore e sceneggiatore, è docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.

Gianfilippo Pedote, produttore cinematografico e colonna da 25 edizioni della Stazione di Topolò, è docente presso l’Accademia di Brera.

Les Tambours de Topolò

Mappature digitali

Per la XXV edizione della Stazione di Topolò/Postaja Topolove, Les Tambours de Topolò festeggeranno il loro compleanno nella cornice della piazza alta, che li ha visti nascere diciotto anni fa. Per l'occasione, proporranno un viaggio nel proprio repertorio e nelle proprie incarnazioni: dagli esordi con i soli fusti metallici, all'inclusione di altri strumenti musicali, alle contaminazioni con DJ e compositori digitali.

Per l'occasione, saranno accompagnati dalle proiezioni e dal video mapping di Luca Ferro del collettivo Deltaprocess, nato in Italia nel 2009 e con all'attivo partecipazioni ai maggiori festival artistici e musicali d'Europa.
www.ltdt.it

ToBe Continued 2018 - nona edizione

registrazione effettuata il 24 marzo 2018-World TB Day

Il 24 marzo, Giornata Mondiale per la Lotta alla Tubercolosi, ritorna, ed è la nona edizione, ToBe Continued.
Si tratta di un "concerto" dall’aspetto assai originale, della durata di 24 ore (dalle 00.00 del 24 marzo fino alle 24.00 del medesimo giorno), durante le quali diversi musicisti sparsi in vari punti del pianeta si collegano a un sito internet per trasmettere, dal vivo, la loro musica. Il tutto in un flusso continuo, senza alcuna interruzione, a staffetta. Ogni musicista ha a disposizione 30 minuti. Data non casuale quella del 24 marzo, da anni Giornata Mondiale per la Lotta alla Tubercolosi.
I concerti provengono da Cina, Nuova Zelanda, Corea del Sud, Thailandia, USA Giappone, Guatemala, India, Egitto, e ancora: Costarica, Argentina, Camerun, Marocco, Turchia, Australia, Sud Africa, Brasile, Iran, Russia, Georgia, Armenia, Svezia, Bielorussia, Gran Bretagna, Olanda, Slovenia, Serbia, Macedonia, Transnistria, Bulgaria, Cechia, Norvegia, Germania, Spagna, Belgio, Islanda, Portogallo, Romania, Austria, Albania, Francia, Grecia e Italia per un totale di 43 nazioni. Di fatto, un simbolico giro del mondo in 48 tappe sonore.
Il progetto è reso possibile dal sostegno di Sanofi e dalla collaborazione di UNIKUM - Centro Culturale dell’Università di Klagenfurt che ospita sicamente il quartier generale del progetto. ToBe Continued ha il patrocinio del Dipartimento Global TB Programme dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Carlos Casas

Avalanche

Avalanche è un film su Hichgh, uno dei villaggi abitati più alti del mondo tra le montagne del Pamir (Tajikistan), conosciuto come il tetto del mondo. Una meditazione audiovisiva sulla scomparsa, Avalanche è una ricerca sulla relazione tra film, musica e paesaggio, un’esperienza fisica tanto quanto mentale, trasporta lo spettatore in uno stato di levitazione. Una delle regioni più sconosciute del mondo, le Pamir sono tanto misteriose quanto affascinanti, casa di alcune tra le più vecchie e meglio mantenute tradizioni del mondo.

Il film segue il tramonto di un villaggio destinato a scomparire, prima che diventi un paese fantasma, prima che le pietre e le case di fango ritornino a far parte della montagna.
Avalanche è un work in progress, ed un site specific film, il film viene adattato e revisionato in relazione al contesto in cui si presenta, ogni occasione e luogo cambia. Può essere presentato con musica live, come un’installazione oppure una proiezione continua.

Carlos Casas (Barcelona 1974) Artista e filmmaker, il suo lavoro è una via di mezzo tra documentario, cinema e arte visiva e sonora contemporanea. I suoi ultimi tre film sono stati riconosciuti in festivals in giro per il mondo a Torino, Madrid, Buenos Aires e Città del Messico ed alcuni dei suoi video sono stati presentati in mostre collettive e singole. Nel 2001 ha cominciato a lavorare ad una una trilogia dedicata agli ambienti più estremi del pianeta, Patagonia, mare di Aral e Siberia. Nel 2009 ha iniziato il suo work in progress Avalanche, attualmente sta lavorando ad un film dedicato al cimitero degli elefanti situato sul confine tra India e Nepal.

Carlos Casas

Avalanche - progetto work-in-progress con i musicisti della Stazione

L'ultima volta che sono stato a Topolò avevo pensato di fare la presentazione di Avalanche, il mio film in progress che continuo a filmare dal 2005. Il progetto è basato su un paese del Pamir a 3700 metri di altitudine; il film tratta di documentare il paese e il suo destino. Il progetto e totalmente site specific ossia è sempre diverso, con live soundtrack e live editing, ogni posto dove si presenta è diverso. Avevo pensato di fare una sorta di installazione di 24ore, dove quasi a tempo reale le immagini del paese in Pamir occupano una casa di Topolò, e dove in certi momenti avvengono dei live concert in collaborazione con musicisti, locali e internazionali.

Carlos Casas (Barcelona 1974) Artista e filmmaker, il suo lavoro è una via di mezzo tra documentario, cinema e arte visiva e sonora contemporanea. I suoi ultimi tre film sono stati riconosciuti in festivals in giro per il mondo a Torino, Madrid, Buenos Aires e Città del Messico ed alcuni dei suoi video sono stati presentati in mostre collettive e singole. Nel 2001 ha cominciato a lavorare ad una una trilogia dedicata agli ambienti più estremi del pianeta, Patagonia, mare di Aral e Siberia. Nel 2009 ha iniziato il suo work in progress Avalanche, attualmente sta lavorando ad un film dedicato al cimitero degli elefanti situato sul confine tra India e Nepal.

Sally Ann McIntyre

Radio Cegeste

La radio può esprimere distanza, ma anche prossimità. Un segnale può allungarsi sulla terra verso un’altra estate, come la rotta di un uccello migratore, ma può anche connettere gli ascoltatori di una stanza. Può attraversare decadi o secoli oppure essere immediata. La Radio è il cielo. Canta attraverso le voci degli uccelli nei loro viaggi, che navigano attraverso l’infrasuono ed ascoltano l’aurora e il suono dei fulmini. La Radio è terrestre. E’ nelle rocce, nei terremoti e tra le zone montuose nelle Isole del Sud della Nuova Zelanda, dove i piccoli uccelli chiamati pīwauwau, o scriccioli delle rocce, comunicano in un tono che è quasi troppo alto per l’ascolto umano.

Sally Ann McIntyre è un’artista radiofonica e poetessa neozelandese che lavora come operatrice della stazione radio mini-FM Cegeste. Il suo interesse è verso i limiti dello spazio radiofonico, come le fragilità delle trasmissioni a corto raggio possa rivelare aspetti inudibili ed anche rumori incodificabili all’interno dello spettro. Radio Cegeste si presenta come evento live e non, ma occasionalmente anche come progetto di registrazione. Il lavoro sonoro di Sally include anche una ricerca in corso sulla materialità della registrazione del silenzio, la storia della trascrizione dei canti degli uccelli, e la ricerca di tracce sonore all’interno di archivi, includendo l’utilizzo di inscrizioni soniche pre- elettroniche e meccanismi di riproduzione come grammofoni, cilindri fotografici in cera e carillons, in modo tale da rendere udibili canti di uccelli ormai estinti. Il suo lavoro spesso si interseca con gli archivi sonori e si interroga su come situare l’indeterminato all’interno di una struttura ordinata. Questi progetti sono stati esposti in gallerie e project spaces in Australia, Nuova Zelanda, Inghilterra, Germania e Stati Uniti.

Drift/Traces

installazione sonora di Alessandro Fogar

Drift/Trace è uno studio sulla musicalità delle superfici, viste come delle partiture per una sorta di 'orchestra' elettroacustica. Continuando uno studio personale sulle superfici, ormai più che decennale, sviluppato in gran parte per la Stazione, il progetto si articola in una fase preparatoria, dedicata allo studio delle superfici, i muri esterni delle case di Topolò, che saranno utilizzati per il progetto. La seconda fase consiste nella preparazione di un sistema che, realizzato allo scopo per Stazione Topolò, 'digitalizza' un qualunque muro del villaggio e restituisce una musica 'suonata' dal muro stesso. Il processo di lettura/interpretazione della partitura impressa sul muro avviene in diretta, dal vivo, tramite un puntatore che mostra in quel momento dove nella 'partitura' siamo posizionati. Come una memoria dei luoghi, il suono si origina dal muro e non impone un suo messaggio, una narrazione, ma deriva strettamente dalle tracce lasciate dal tempo sulle superfici e diventa parte dello stesso ambiente arricchendolo e non prevaricandolo. Il pubblico è invitato a partecipare disponendosi a piacere nelle vicinanze e a seguire con il cursore la posizione nella partitura, abbandonandosi alle suggestioni originatasi dai muri che saranno ‘interpretati’, immaginando vecchie memorie e tracce lasciate dal tempo e dalla natura nella loro deriva e la loro trasformazione in suono.

TRIon3

Homo

Katinka Dimkaroska – Flauto Tidldibab - Tapan
Mauro Bon – basso el. - sound scapes - percussioni -voci -ebow
Sandro Carta – Tromba – soundscapes

                                La nostra trilogia musicale rappresenta un omaggio all’uomo di Neanderthal, che 35 – 40 mila anni fa affrontava l'ultimo periodo della sua esistenza terrena convivendo con l’homo sapiens, prima di scomparire definitivamente in un tempo relativamente breve. Nato con l'idea di realizzare un paesaggio sonoro in grado di evocare la vita di una comunità preistorica. È scandito in tre distinti momenti temporali - il pomeriggio, la sera e il giorno seguente - ciascuno animato da differenti sonorità in cui riverberano, fondendosi con la natura circostante, alcuni suoni ambientali: la foresta, i versi degli uccelli e degli insetti che la abitano, la convivialità umana attorno al fuoco.

  La performance di Topolò sarà caratterizzata dalla presenza di Katinka Dimkaroska, musicista di Ljubljana, di origine macedone, la quale suonerà la copia esatta del flauto originale ricavato da un femore di un orso speleus, e ritrovato negli scavi delle grotte di Divije Babe (Idrija – SLO) frequentate dall'uomo di Neanderthal. Si ritiene possa essere lo strumento musicale più antico mai ritrovato a livello globale.

Giovanni Maier: violoncello
Filippo Orefice: clarinetto

Maier e Orefice collaborano da anni e hanno lavorato a lungo sull'improvvisazione in vari contesti: micro-cellule tematiche, jazz standards, racconti letterari e film muti musicati... Per questa particolare occasione, eseguiranno e svilupperanno improvvisando alcuni brani di Maier con una strumentazione diversa da quella loro usuale (sax e contrabbasso): clarinetto e violoncello.

Giovanni Maier, contrabbassista e compositore di fama internazionale. Ha suonato con Enrico Rava, Cecil Taylor, Anthony Braxton, Roswell Rudd, Richard Galliano, Gianluigi Trovesi, Massimo Urbani, Giancarlo Schiaffini, Franco D'Andrea, Han Bennink, Ernst Reijseger e moltissimi altri. Dal 2006 insegna Contrabbasso e Musica d'insieme ai "Seminari Senesi di Jazz". Dal 2009 è docente di Jazz presso il Conservatorio "Tartini" di Trieste.

Filippo Orefice ha collaborato con Don Menza, Marc Abrams, Bjram Istrefi, Sam Kulik, Zlatko Caucig, Chris Jennings, Pierre Allain Tocanier, U.T.Gandhi, Mellow Moods, Leroy Emanuel e molti altri musicisti europei. Vincitore di numerosi premi internazionali per il suo strumento, il sax e come compositore di musica per il cinema.

Jan Vysocky

Spirit of the place
an amplified sound experience of different sites in and around Topolò

Il termine "spirito del luogo" è sempre stato parte importante per le culture tradizionali del mondo ed è stato dimenticato dalla mentalità di un mondo bipolarizzato tipica del dopo guerra; è solo di recente che siamo riusciti a riscoprire, attraverso un approccio scientifico, il suo significato in relazione all’esperienza umana e alla vita all’interno di un luogo.

"Non credo in un Dio... ma credo nella natura e sono qui per proteggerla." Uno degli ultimi abitanti della vecchia generazione di Topolò.

I microfoni possono essere usati come attrezzi scientifici per misurare la cosiddetta "realtà oggettiva", ma allo stesso tempo sono anche strumenti per la creazione artistica. Meditando tra i suoni dell’ambiente in luoghi particolarmente energetici, possiamo aprire i nostri attrezzi personali - le orecchie e la coscienza - all’esistenza circostante e a quella interiore.

Regitrazione effettuata con un sistema di microfoni altamente sensibili ai suoni dell’ambiente nel settembre 2017 ed utilizzata per i suoni del film Stories of the Chestnut woods girato in Benečija.

Jan Vysocky è nato nel 1981 nella vecchia Cecoslovacchia ed è cresciuto in esilio in Austria. Ha seguito corsi all’istituto di elettroacustica e all’accademia di arte applicata di Vienna. Jan ha cominciato presto a collaborare con registi francesi e nel campo della danza contemporanea e dell’arte. Come compositore e artista sonoro ha prodotto molte colonne sonore e progetti sonori per film di fiction e documentari, ma anche per teatro e danza.
Dal 2010 vive a Parigi, collabora con Arden Day ad un progetto intitolato "Unbehagen" che utilizza pianoforte e ghironda, sviluppatosi poi nel quintetto di improvvisazione "Pancrace". La loro ultima incisione è stata selezionata come miglior album del 2017 dalle riviste "The Wire Magazine", "Chicago Reader" e "Soundohm".

Stiamo scomparendo - Viaggio nell'Italia in minoranza

un reportage a cura della rivista CTRL

Un viaggio dal Salento al Monte Rosa, nei luoghi d’Italia in cui la lingua madre non è l’italiano.
Abbiamo incontrato gli ultimi parlanti della lingua walser, nelle alte valli del Piemonte. Gli occitani, nel torinese e nel cuneese: la loro lingua è quella degli antichi trovatori. Siamo sbarcati sull’isola di San Pietro, nel sud della Sardegna, dove si parla il tabarchino. Siamo stati in Basilicata, nei territori degli arbëreshë, i discendenti delle popolazioni che nel XV secolo emigrarono in Italia dall’Albania. E nei piccoli paesi della Puglia dove sopravvive ancora oggi il grico: una lingua che, forse, resiste fin dai tempi delle antiche colonie della Magna Grecia o che, forse, è stata esportata nel Medioevo dall’Impero Bizantino.
Cinque reportage firmati da cinque scrittori: Franco Arminio, Viola Bonaldi, Nicola Feninno, Valerio Millefoglie, Mirco Roncoroni.
Un’ampia sezione fotografica con gli scatti di Emanuela Colombo. E sette contenuti speciali, che raccontano il rapporto tra lingua e identità nei territori dell’Italia meno raccontata, a cura di Gionata Giardina, Davide Gritti, Alessandro Mininno, Gianni Miraglia, Alessandro Monaci, Luca Perri. Stiamo scomparendo – Viaggio nell’Italia in minoranza è un libro di reportage narrativo e fotografico. Una narrazione a più voci che nasce dall’esperienza di CTRL magazine. E dalla passione per le storie fuori dai radar.

Playing men

un film di Matjaž Ivanišin
60’ - 2017

Playing man è un film giocoso sul gioco, sulla bellezza dei giochi e dei giocatori.
In un tempo che può o non può essere nostro, l’uomo gioca, serio, ma con spensierata gioia da qualche parte nel Mediterraneo. Lottare, far rotolare una forma di formaggio tra le strade di un paese o ripetere rapidamente i numeri giusti sono occupazioni di grande importanza. Il regista riprende tutto con seria leggerezza fino al momento in cui incontra un blocco creativo. Per continuare, ha bisogno di cambiare le regole del gioco.

Presentano il film a Topolò il regista Matjaž Ivanišin, la produttrice Marina Gumzi e forse altri membri della troupe di passaggio.

Matjaz Ivanisin è regista e scrittore. Ha studiato alls Scuola Nazionale Slovena del Cinema.
Corti : Che Sara (2002), Quick View (2005), Šentilj - Spielfeld, a Border Crossing (2009), Karpotrotter (2013), Little Houses (2014),  Lungometraggi : Every Good Story is a Love Story (2017)

Suono e Risonanza

TMO live in Arnoldstein
regia di Niki Meixner

Non poteva mancare, nell’anno della XXV edizione, la presenza di Unikum, il Centro Culturale dell’Università di Klagenfurt, con il quale la Stazione è gemellata fin dalle prime edizioni. Con i coordinatori di Unikum, Emil Kristof e Gerhard Pilgram, abbiamo vissuto e imparato un modo semplice e nuovo di proporre l’arte, spesso camminando. Con loro, da alcuni anni,è Niki Meixner, regista e coreografo, che ha diretto il video che immortala la nostra Topolovska Minimalna Orkestra impegnata in InC di Terry Riley, ad Arnoldstein durante il recente progetto Suono e Risonanza. Un dono in video da questo impareggiabile centro di cultura viva di Klagenfurt.

Giulia Iacolutti

Paesaggio sociale // Paesaggio visibile
performance

Se la conformazione degli spazi influisce sulla costruzione/decostruzione dell’identità, analogamente sono i processi sociali a conformare gli spazi stessi. Con un’azione performativa di 8 giorni, che prevede il ricamo di un presunto schema urbanistico di Topolò, basato sull’analisi delle mappe catastali dal 1500 a oggi e degli alberi genealogici delle famiglie del paese, Giulia Iacolutti desidera favorire i processi di appropriazione e riconfigurazione dello spazio, incentivando una partecipazione attiva basata sull’interazione creatasi coi passanti. Il lenzuolo sarà infine esposto sul balcone per celebrare la "virtù" del paese.

Giulia Iacolutti, fotografa documentarista, si dedica principalmente a progetti personali tra Italia e Messico. Dedita alla ricerca narrativa, oltre alla fotografia, utilizza differenti linguaggi e supporti per esplorare temi di natura politico-socio-culturale relazionati alle lotte di resistenza identitaria.

The Original Klezmer Alef Band

clarinetto e voce: Davide Casali
fisarmonica: Manuel Figheli
basso elettrico: Saverio Gaglianese
chitarra: Tiziano Bole

Il gruppo si propone di eseguire la musica klezmer cioè la musica degli ebrei che abitavano e vivevano fin dal XVI secolo d.C. nell’Est Europa.
La parola klezmer deriva dall’ebraico e significa "strumento da suonare". E’ la musica che per eccellenza veniva, e viene suonata tuttora, nelle feste e nei matrimoni ebraici e, talvolta, anche in quelli non ebraici, con forte disprezzo da parte dei religiosi che si infuriavano con queste bande di veri e propri musicisti di strada. Il più delle volte imparavano a suonare dai propri genitori che spesso tramandavano le musiche oralmente. Per questo motivo non esiste un repertorio preciso di questa musica, comunque la musica klezmer è la prima forma ufficiale di world music, ovvero abbraccia molti paesi come la Russia, la Polonia e anche la Grecia. Intorno al 1920, una massa consistente di ebrei si spostò in America ridando vita a questa musica e contaminandola, reciprocamente, con il Jazz.
Il gruppo strumentale e vocale "The Original Klezmer Ensemble", nato per volontà di Davide Casali nel 1993, ha suonato nei maggiori festival italiani di musica klezmer ed è stato invitato come miglior gruppo klezmer italiano negli Stati Uniti, in Germania, Croazia e Slovenia. Il concerto è una tappa della V edizione del Festival di musica concentrazionaria "Viktor Ullmann".

Fajnabanda

concerto

Fajnabanda, nata nel 2016, è composta da insegnanti, personale non docente, genitori ed ex allievi della scuola bilingue di San Pietro al Natisone. Il nostro repertorio spazia da Nada a Srečko Kosovel, dagli Europe ai canti popolari. Motivi per cantare non mancano nella ricca tradizione musicale delle Valli del Natisone. Al di là delle parole, al di là dei confini, al di là del reale e dell’immaginario, c’è il canto che ci accudisce, ci esalta, ci rigenera e ci poetizza.

"Dove la parola manca, là comincia la musica; dove le parole si arrestano, l’uomo non può che cantare". Vladimir Jankélévitch.

Canary Pipe

Irene Brigitte, voce e chitarra acustica
Ilaria Fantin, arciliuto e voce

I Music Club sono sempre più frequenti nella Londra del fine ‘600, in un contesto dove la pratica e la fruizione della musica cosiddetta "colta" usciva dalla corte. Il concerto non era quindi più per pochi eletti ma per quelli che desideravano ascoltarla, magari sorseggiando una bevanda in compagnia. Questo è lo spirito con cui Irene Brigitte e Ilaria Fantin propongo un repertorio che tocca in gran parte il ‘600 ma che raggiunge i club dei giorni nostri. Diversi sono infatti gli incontri tra il mondo del cantautorato-folk e la musica antica che in questo concerto verranno raccontati e interpretati. Un repertorio che riporta in luce le figure di grandi compositori barocchi e le confronta con importanti esponenti del nostro secolo (Nick Drake, Beatles, David Bowie..), raccontandone le connessioni.
Un duo nato da poco che vanta, di recente, la partecipazione alla Stanza della Musica di Rai Radio3.

Irene Brigitte, dal 2013 comincia ad approfondire la musica antica e si iscrive al Corso di canto rinascimentale e barocco del Conservatorio Pedrollo (Vicenza). Ha cantato come solista e corista in diverse rassegne tra cui Mese della Musica al Duomo di Milano, Conversazioni al Teatro Olimpico di Vicenza,Trento Musica Antica, Hausmusik – Wunderkammer, Antichi Suoni alle Gallerie d'Italia e Itinerari cameristici di Trento. Ha inoltre preso parte alla nuova edizione della messa “Se la face ay pale” di Guillaume Du Fay, diretta da Claudia Caffagni, pubblicata nel 2017 da Amadeus.

Ilaria Fantin si è laureata in liuto presso il Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza, ha terminato la specializzazione con il massimo dei voti al Conservatorio E.F.dall’Abaco di Verona. Svolge intensa attività concertistica in Italia e all’estero, interessandosi ai vari aspetti della musica antica attinenti al proprio strumento, ed eseguendo brani che vanno dal periodo medievale a quello rinascimentale e barocco. Ha partecipato ad importanti festival in tutta Europa. Lavora come unica musicista allo spettacolo ‘Il Sangue’ con il regista Pippo Delbono e la cantante Petra Magoni. Ha un progetto in duo con Petra Magoni e un repertorio di musica sacra che ha debuttato con due concerti a Quito, in Ecuador, oltre al duo di musica tradizionale Quintana, con la strumentista praghese Katerina Ghannudi all’arpa tripla e voce.

Jubilaeum_40

solo per percussioni di Zlatko Kaučič

Il percussionista sloveno Zlatko Kaučič festeggia, nel 2018, i 40 anni di attività. Per capire quale sia stato, e sia, il livello della sua attività basta scorrere i nomi dei musicisti con i quali ha collaborato: Paul Bley, Steve Lacy, Thelonius Monk Project Enrico Rava, Gianluigi Trovesi, Albert Mangelsdorff, Keeny Wheeler, Alexander Balanescu, Paul McCandless, Trevor Wats, Marc Ribot, Greg Cohen, Saadet Türköz, Peter Brötzmann, Evan Parker, Phil Minton, Joëlle Léandre, Paolo Fresu,, Misha Mangelberg, John Patitucci e moltissimi altri. Negli ultimi anni si è dedicato con passione alla didattica, creando scuole di musica e gruppi musicali interfrontalieri. Della sua opera didattica ha beneficiato, alcune edizion fa, anche la Stazione grazie a un cantiere per ragazzi basato sull'idea del corpo come strumento.
Il solo per percussioni è appositamente ideato per Topolò.

www.kaucic-zk.si

Remains - Confessions to the Ghosts

di Niko Novak e Matevž Jerman

Lo sguardo del poeta al suo mondo che svanisce. Una storia di fantasmi in undici canzoni. Remains - Confessions to the Ghosts è un album musicale che esiste esclusivamente come film sperimentale. È anche un collage sperimentale che cerca di trovare la sua narrativa attraverso il filmato inutilizzato di un altro film, Mama di Vlado Škafar (su cui Niko Novak ha lavorato come scenografo). Il risultato intreccia immaginario impressionista e poesia in un racconto di ricordi, relazioni, bellezza e morte. Mama è un film che ha visto coinvolto Topolò e che, potremmo dire, è anche figlio di Topolò e della Postaja. Di Topolò è una delle due attrici principali, Vida Rucli. E ancora, parte delle riprese, le suggestioni e altri "attori non protagonisti" conosciuti alla Stazione dal regista Vlado Škafar.

Metamorfosi

concerto per arpa di Emanuela Battigelli

In una piovosa sera del luglio 1997, in un fienile di Topolò, la Stazione ospitò il primo concerto pubblico di una giovanissima arpista friulana. Alla sua domanda se qualcuno fosse in grado di leggere la musica per girare le pagine degli spartito, si alzò un uomo dal fondo del fienile che svolse correttamente quell'incarico per tutto il concerto: era Alvin Curran. Ventuno anni dopo, carica di successi ed esperienze, Emanuela ritorna a Topolò con un programma che comprende anche due prime esecuzioni assolute.

Emanuela Battigelli è nata a Gemona del Friuli nel 1980. Ha avuto il privilegio di collaborare come arpista di alcune fra le più importanti orchestre a livello mondiale quali Berliner Philharmoniker, London Philharmonia ed Orchestra del Teatro alla Scala, sotto la direzione di Maestri come Daniel Barenboim, Simon Rattle e Kirill Petrenko. La sua carriera solistica e cameristica l'ha portata a suonare in prestigiose rassegne come Festival di Aix en Provence, Verbier Festival e Biennale di Musica Contemporanea di Gerusalemme, ed eseguire concerti per arpa ed orchestra insieme all' Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, The Israel Chamber Orchestra ed altre. Nel 2013 ha eseguito in prima esecuzione assoluta per Radio RAI brani originali per arpa di Germaine Tailleferre. Nel 2014 la casa discografica Artesuono ha pubblicato l'album digitale Tailleferre - Britten – Hosokawa che include la prima registrazione assoluta di lavori per arpa di Germaine Tailleferre e delle Two Japanese Folksongs per arpa di Toshio Hosokawa. Dal 2015 collabora con l'Ensemble Prometeo, eccellenza italiana nell'ambito della musica contemporanea.

Il cerchio del suono armonico.

Björk Viggósdóttir cercherà l’armonia ed il contrasto tra natura e tecnologia creata dall’uomo. E la frequenza del suono armonico della natura. In una forma lirica meditativa, lo spettatore potrà guardare ed interagire con l’ambiente sonoro, la natura e le creazioni umane. Egli completa la scena poetica. Björk confida nello spettatore e nella sua capacità di visualizzare questa poesia e chiudere il cerchio.

Nicola Di Croce

Suoni a Margine

Suoni a margine (uscito per Meltemi a febbraio) è nato da una ricerca di dottorato in pianificazione territoriale durante la quale ho costantemente ibridato le mie esperienze artistiche legate al mondo della sound art, della performance e della partecipazione. Il testo si propone di indagare le connessioni tra ambiente sonoro e questioni urbane e territoriali attraverso la pratica dell’ascolto. L’obiettivo è elaborare un approccio inedito di ricerca per reinquadrare quelle particolari trasformazioni legate a fenomeni come lo spopolamento, la gentrificazione, il turismo, le sperequazioni, la scomparsa di identità locali e di patrimoni culturali intangibili. Questioni che passano spesso “inosservate”, e che l’attenzione all’ambiente sonoro può far emergere e portare al centro del dibattito pubblico. Più che la presentazione di un libro, quella di Topolò si presenta come una performance.

Nicola Di Croce è sound artista, musicista, architetto e dottore di ricerca in pianificazione territoriale e politiche pubbliche del territorio. La sua ricerca si concentra sul rapporto tra ambiente sonoro e pianificazione della città e del territorio. Vive a Venezia.

Raccogliere ombre

workshop di Francesca Zoboli

E’ estate, è notte, la luna è d’argento, lo spazio si allarga nel silenzio. Per terra tra erbe e foglie vi è un disegno. E’ già lì, noi dobbiamo solo raccoglierlo.

E’ un laboratorio che si svolgerà tra sentieri e boschi, di notte. Raccoglieremo su grandi fogli le ombre delle piante e degli alberi. Lo faremo usando solo carta bianca e colore nero.

Successivamente tutti i lavori daranno luogo a una nuova visione collettiva del bosco.

I partecipanti dovranno organizzarsi un kit di lavoro personale da potere agevolmente trasportare durante il workshop, tipo borsina di tela, la carta verrà messa a diposizione, quindi suggerisco questi strumenti base:

1 torcia o luce del cellulare per creare le ombre, (utile anche prolunga selfie)
1 tubetto o barattolo (tipo polycolor) di acrilico, o tempera NERA
2/3 pennelli di varie misure, anche grandi fino 3/4 cm
1 borraccia o altro per contenere l’acqua per mescolare il colore
1 cucchiaio per estrarre colore da eventuale barattolo/mescolare
1/2 recipienti capienti dove tenere il colore
vari stracci, un grembiule

Ognuno può aggiungere altri strumenti che ritiene utile, come carboncino o gessetto NERO TUTTI possono partecipare, (max 25 persone)

Cascatelle Luce

video installazione di Michael Delia

La mia proposta per questa edizione di Stazione di Topolò 2019, è un’installazione video e sonora, creata da un video sulla cascata di Topolò, registrato durante la mia residenza artistica nel 2018. L’installazione ricrea/trasforma l’esperienza di luce e suono sulla cascata,  proiezioni di luce e transduzioni di suono vibrano sulle corde, amplificate così da riverberare nello spazio.

Passeggiate nei boschi alla scoperta dei mondo dei licheni

guidate da Deborah Isocrono

I licheni sono organismi “comunitari”, frutto della simbiosi di differenti partner (funghi, alghe, cianobatteri) che vivono insieme e che danno vita ad un unicum sorprendente e affascinante.  Si può dire che siano un “microcosmo” praticamente sconosciuto che occupa un posto specifico negli ecosistemi e che merita una protezione all'altezza del suo interesse. L'architettura principale di questo organismo simbiotico è sostenuta dal fungo che protegge dalla disidratazione e dalla radiazione solare i sui partner clorofilliani, che a sua volta procurano a tutti il nutrimento zuccherino.  Hanno bisogno di poco: luce, sali minerali e un poco di umidità ambientale.  Sono dei pionieri: vivono in quasi tutte le latitudini e resistono a quasi tutte le condizioni climatiche, con la loro crescita disgregano le rocce e preparano il terreno per altre piante. In tempi di siccità, sopravvivono fermando i loro processi metabolici per poi riattivarli alla prima nebbia o pioggia.  Discretamente, crescono su tutti i tipi di substrati naturali e artificiali, in habitat urbani e incontaminati; forniscono rifugio e risorsa alimentare per molti invertebrati, sono cibo per alcuni grandi mammiferi e vengono anche utilizzati dagli uccelli nella costruzione dei nidi. Il rapporto tra licheni e uomo è antico e spazia dall’arte, agli utilizzi tintori, profumieri, culinari (cioccolato di lichene, aceto, biscotti, gourmandise), farmaceutici (il dentifricio al lichene d’Islanda), al loro più recente ruolo di sentinelle della qualità ambientale.  Sono anche andati nello spazio !  Un “piccolo mondo” da osservare, conoscere e proteggere.  Deborah Isocrono ci accompagnerà all'interno di Topolò e nei suoi dintorni alla conoscenza di questo piccolo mondo.

Le stesse (topologie obsolete)

un progetto di Rui Manuel Vieira e Haarvöl

Il film che presenteremo comincia giocando con il nome del luogo stesso, attraverso il suo titolo “Le stesse (topologie obsolete)”, per poi dopo giocare con le possibilità visive delle similarità tra la campagna abbandonata portoghese ed il suo pari in Italia. O quello che chiamiamo topologia obsoleta della stessa. Il concetto di topologia è inerentemente qualitativo e, per questo motivo, in nessun modo vogliamo affrontare formulazioni che assomigliano ad idee (quantitative) documentate. Perciò questo è un pezzo artistico che esplora le reazioni percettive ad una serie di immagini che ruotano attorno all’idea dell’uguale, impacchettato nella stranezza della loro modifica, si apre come musica, composta specificatamente per queste immagini, crescendo profondamente.

Composto ed registrato da Fernando José Pereira, João Faria and Ulobit (Xoán-Xil López, Horacio Gonzaléz Diégues and Ariel Ninas).

Film creato da Rui Manuel Vieira. Haarvöl: elettronica, field recordings ed immagini. Ulobit: elettronica, manipolazione di cassetta e hurdy-gurdy.

12.116 pezzi

raccontati da Lorenzo Cerneaz

Dodicimilacentosedici sono i pezzi che compongono la Ferrari del pianoforte, il Gran Coda Steinway and Sons e si contano sulle dita quelli che sono in grado di ricomporli. Uno di loro abbiamo la fortuna di averlo qui vicino a noi, a Udine: è Lorenzo Cerneaz. Assistere a un trasporto, alla messa in posa e all'accordatura di un pianoforte da parte di Lorenzo è come assistere a qualcosa di più che un lavoro meramente tecnico. La sua visibile passione e le performances che lo hanno visto permettere concerti per pianoforte in luoghi che sarebbero estremi anche per un flautista, invocano una narrazione che lui stesso ci farà prima del concerto di Alessandra Celletti. Un altro dono di Lorenzo alla Stazione di Topolò.

Topolovska minimalna orkestra

Musica per 18 Topolonauti

Non si può chiamarsi Minimalna Orkestra senza aver mai affrontato anche solo in sperficie quel capolavoro che è Music for 18 musicians di Steve Reich! Non si tratta di riuscire a suonarlo nella versione integrale perché richiede un organico poco probabile a Topolò (vari strumenti tra cui 3 marimbe, 4 pianoforti, 2 xilofoni e un vibrafono) e capacità virtuosistiche e di esperienza non comuni, ma cercheremo di analizzarlo e di estrapolarne alcune sezioni necessariamente riarrangiate per i musicisti che vorranno partecipare all'impresa.

Sacred Honey

pianoforte: Alessandra Celletti
musiche di Gurdjeff-de Hartmann, Satie, Celletti

Quando Lorenzo Cerneaz ci ha proposto una operazione Fitzcarraldo, cioè quella di portare un gran coda Steinway nei boschi di Topolò, abbiamo pensato subito ad Alessandra, che a Topolò, nel bosco, aveva già suonato nel 2013 durante il suo Piano, piano on the road. Recentissimo è il suo CD Sacred Honey, che contiene le musiche composte dal filosofo e mistico armeno Georges Ivanovitch Gurdjeff, trascritte dal suo discepolo Thomas de Hartmann.
Le musiche e la filosofia di Gurdjeff hanno fortemente influenzato musicisti come Robert Fripp, Franco Battiato e Keith Jarrett. Il concerto di Topolò prevede anche brani di Erik Satie e della stessa Celletti.

Alessandra Celletti, pianista e compositrice, spazia in un repertorio che da Baldassarre Galuppi giunge fino ai giorni nostri, come dimostrato dalla sua copiosa discografia. Ha collaborato con artisti di diverse discipline per il cinema, le arti performative, il teatro. Vive a Roma.

il concerto è in collaborazione con Cerneaz pianoforti.

Marilisa Cosello

1-2
performance

Marilisa Cosello (Salerno, 1978) si diploma in Arti Visive nel Regno Unito. Lavora per 5 anni come fotografa di news, per poi passare ad un approccio concettuale all’arte. L’obiettivo principale del suo lavoro è l’indagine visiva dei rapporti e degli archetipi della società e l’analisi della relazione umana nelle sue possibili forme di limite e potere, dove il corpo diventa un soggetto oggettivo.

Giovanni Lami

Una raccolta di dettagli sonori minimi che andranno a formare un giardino dentro al quale si devono solo creare condizioni sostenibili, un substrato aurale immersivo, in divenire e dinamico dove gli equilibri si producono attraverso interazioni quasi autonome. L'obiettivo è realizzare uno spazio sonoro complesso in cui l'esperienza di ascolto di tutti possa essere libera di evolversi, vagare e perdersi.

Trasmissioni dal Passato

Valerio Bergnach

Ascolti di un passato vissuto a Topolò. Viaggio temporale nell'archivio dei suoni di Topolò, dove la memoria prende forma nel presente attraverso l'ascolto. Installazione Acustico Interattiva per ambiente domestico e ascoltatori in transito. L'installazione raccoglie il fluire delle trasmissioni, l'ascoltatore sceglie il flusso delle memorie. In collaborazione con Antonio Della Marina.

Sono vent'anni che la Stazione ha la fortuna di avere Valerio Bergnach come tecnico, tecnico di tutto. Direttore tecnico e operaio di se stesso. Il lavoro che svolge qui a Topolò in quel ruolo, da solista, ha dell'impossibile e qualche volta è sfociato nel miracoloso. Concerti nei boschi, illuminazioni di luoghi remoti, risoluzioni a ogni problema analogico e digitale e, nel non tempo rimasto, anche la registrazione e la classificazione di ogni cosa che accade. Proprio dal suo personale archivio sono tratte le voci e i suoni che una radio, da lui modificata, dirama da una casa di Topolò.

Field Studies

Glauco Salvo

Field Studies è una serie di studi sulle possibilità di manipolazione e falsificazione di immagini di ambienti e paesaggi sonori registrati. Ambienti fortemente caratterizzati da attività sonore, al limite dello stereotipo, vengono leggermente alterati dall’intrusione di suoni generati elettronicamente o attivati da piccoli dispositivi vibranti, registrati sul posto o sovrapposti successivamente attraverso software di montaggio audio, al fine di restituire immagini audio sottilmente irreali in cui la documentazione audio non ha pretese di riproduzione della realtà, ma sfrutta le possibilità tecnologiche dell’audio ad alta fedeltà per rivelare in trasparenza il processo di sofisticazione del suono.

Ian-John Hutchinson

Intenzioni: Può essere che…ci si imbatta in una serie di microfoni e che suoni di prima e seconda mano possano essere ascoltati...potrebbero esserci delle azioni che testano la fragilità dei suoni a distanze differenziate...opportunità di improvvisazione e potrebbero manifestarsi anche opportunità di collaborazione...questo genere di cose ... Dalla prima edizione, nel 1994, la Stazione ospita, grazie al supporto dell'Arts Council New Zealand toi Aotearoa, artisti neozelandesi; è un modo, questo, simbolico, per abbracciare tutto il mondo essendo la Nuova Zelanda il Paese agli antipodi dell'Italia e della Slovenia, uscendo da quell'ossessione del confine che ha dominato per tanti anni l'intera nostra zona.

Meteorlar

un film di Gürcan Keltek
84’ - 2017

Arrivano la notte. Tutti escono di casa. Accendono le torce e ricordano coloro che hanno percorso queste strade prima di loro. Nelle prossime ore, la città è bloccata ed appare un eclissi. Nella notte, meteore iniziano a cadere. Combinando documentario a cronaca politica, e connettendo la terra al cosmo, Meteorlar è un film sulla memoria e la scomparsa - di persone, luoghi e cose.

In collaborazione con Trieste Film Festival nell’ambito di TFF in tour