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Stazione di Topolò _ Postaja Topolove
dal 30 giugno al 15 luglio 2012
  scarica il programma in formato pdf

sabato 30 giugno
 
verso le cinque della sera, in piazzetta apertura e incontro con gli artisti presenti
a seguire presso casa Juljova Incontro con lo scrittore Veit Heinichen
con il buio Koderjana, un libro scritto a Topolò
Zverinice prijateljice – Amiche bestioline
di Matjaž Pikalo, disegni di Cosimo Miorelli

Autodafè
in concerto
prima assoluta del CD Zverinice prijateljice

nella notte Moderne Stravaganze
Progetto Bach
Antonino Puliafito, violoncello; Rudy Fantin, pianoforte

dal pomeriggio e fino a domenica sera
in diversi luoghi del paese, in loop
ToBe Continued 2012… Parte I
48 concerti in 24 ore per suonarle alla TBC
a cura dell’Officina Globale della Salute di Topolò/Global Health Incubator

La Roja
Installazione audio-video di Simon Longo

Postajanja
video documentario Stazione/Postaja 2011
riprese: le ragazze della Stazione; montaggio Anja Medved

domenica 1 luglio Senjam, festa tradizionale del paese
nel tardo pomeriggio Krajica Vida
un musical scritto da Davide Klodič su una leggenda della Benečija
Coro di voci bianche “Mali lujerji, Mladinski zbor,
Piccola orchestra della G M di San Pietro al Natisone
soprano Elisa Iovele, baritono Goran Ruzzier

con il buio in omaggio alle “dikle” della Benečija
Aleksandrinke
un film di Metod Pevec

a seguire Visual Rhythms
Simon Longo, electronics - Max Schleser, video

da domenica 1 a sabato 7 luglio,
tra i boschi e le radure
Seven days practice
un progetto di ascolto e improvvisazione di Giorgia Minisini

da lunedì 2 a mercoledì 4 luglio Cantiere di musica per campionatore
condotto da Massimo Croce

mercoledi 4 luglio
verso le sei della sera Dotik
quattro chiacchiere con il musicista e videomaker Simon Longo

al tramonto non è una rivista, non è un blog, non è un diario...
presentazione de “La Piperita”

con il buio Wave interference patterns (The hard problem)
Laptop improvisation or/and video-music di Dithernoise

a seguire Postajanja
un documentario delle ragazze della Postaja

giovedì 5 luglio  
verso il tramonto Voci / Glasovi
Quinta giornata del Decameron a Topolò
di María Sánchez Puyade
con MSPuyade, Lisa Deiuri e Irene Brigitte

all'imbrunire Esiti del cantiere di musica per campionatore
condotto da Massimo Croce

con il buio Transiti
Memorie visive e sonore dall’Italcementi di Cividale
rumori Massimo Croce; immagini Magda Zuliani

venerdì 6 luglio  
da oggi a domenica 8 Klezmorim
Cantiere di musica klezmer condotto da Davide Casali

dalla mattina per 24 ore Come costruire una macchina del tempo
Cantiere in riva al senso del tempo con Fabio Fornasari

verso le cinque della sera Dotik
quattro chiacchiere con il musicista Enrico Malatesta

verso le sei della sera Voci - Glasovi ospita Acque di acqua
Con i poeti Cristina Micelli, Miljana Cunta, Manuela Dago, Luigi Natale
inserti sonori I.K.T. (Improvizacijski Kolektiv Topolove)

a cura dell’ITT Le Alpi, uno sguardo a più voci sul paesaggio alpino

dopo il tramonto Tutto sommato ancora una Montagna
di Piero Zanini

Voicescape: la voce nel paesaggio e il paesaggio nella voce
di Renato Rinaldi

con il buio Le Alpi
un film di Armin Linke

sabato 7 luglio  
verso le cinque della sera Inaugurazione dell’Ambasciata di Norvegia/Den Norske Ambassaden
a cura dell’ambasciatore Per Platou

a seguire A proposal for T.
Al Margolis + Antonio Della Marina

verso la sera Walk-in-progress
a piedi dalle Giulie a Lucerna. Prima tappa: Topolò
performance di Katja Muencher

con il buio dial: In_C
per ensemble da camera, elettronica e video
libero arrangiamento di Hiroshi Matoba e Michele Spanghero
ispirata a In C di Terry Riley

poi a cura dell'Ambasciata di Norvegia
Nel migliore dei mondi possibili
un video di Steve Rowell, audio Signe Lidèn

verso mezzanotte Lamento
Solo per piatti di Enrico Malatesta

da oggi a domenica 8 luglio,
in diversi luoghi del paese, in loop
ToBe Continued 2012… Parte II
48 concerti in 24 ore per suonarle alla TBC

Il margine delle cose
a cura dell’Ambasciata di Norvegia

da oggi a domenica 15 luglio Kathmandu, lezioni di tenebre
installazione di Martino Nicoletti

domenica 8 luglio  
verso le 10 del mattino, colazione in piazza
camminata sul sentiero Neiwiller, ai cippi di confine
Il perimetro infinito di un triangolo scaleno
di Fabrizio Fiore
Rossana Lonza, oboe; Serena Candolini, fagotto e Neven Stipanov, clarinetto

nel pomeriggio Topolò gozd
un intervento di land art di Francesca Zoboli

a seguire Concerto della Topolnova Klezmer Orkestra
diretta da Davide Casali

verso sera Isole che ci sono, DobiaLab
Concerto della DOB Orchestra

con il buio Grimacco - un altro sguardo
un documentario della televisione giapponese girato a Grimacco

a seguire A proposal for T.
Al Margolis + Marta Hari

lunedì 9 luglio  
dopo il tramonto Tribil Trio
presentazione del cd

a seguire Homage. 9 francobolli per clarinetto solo
di Angelo Di Giorgio

nella notte A proposal for T.
Al Margolis + Michele Spanghero

da lunedì 9 a mercoledì 11 luglio Teatro naturale
Cantiere di fotografia per macchine di grande formato
condotto da Carlo Andreasi e Alessandro Ruzzier

da lunedì 9 luglio a domenica 15 luglio A listening Topolò
con Nicolàs Carrasco Diaz

mercoledì 11 luglio  
in loop, nella vecchia scuola Nel migliore dei mondi possibili
un video di Steve Rowell, audio Signe Lidèn

in Juljova, alle sei della sera Dotik
quattro chiacchiere con il musicista americano Al Margolis (If, Bwana)

a seguire A proposal for T.
Al Margolis + Sandro Carta
con il buio incontro con il regista Jan Cvitkovič

a seguire Transiti inattesi
performance sonora di Signe Lidén e Jiyeon Kim

nella notte A proposal for T.
Al Margolis + Veronika Vitazkova

giovedì 12 luglio  
al tramonto Voci / Glasovi
Incontro con il poeta e filosofo Gorazd Kocijančič

con il buio Ella Adaïevsky (1846-1926)
Viaggio in Benečija di un’ etnomusicologa ante litteram
Andrea Rucli, pianoforte; Claudia Grimaz, soprano; Antonella Bukovaz, voce recitante

a seguire Postaja crossing
performance della field recorder coreana Jiyeon Kim

da oggi, fino a domenica 15 prove aperte per una In C rock
con la Topolovska Minimalna Orkestra
diretta da Antonio Della Marina

venerdì 13 luglio
verso le sei della sera Figlio di nessuno. Un’autobiografia senza confini
incontro con Boris Pahor e Cristina Battocletti

a seguire, in vari luoghi del paese Sergio Bernetti in concerto
Musica contemporanea d’autore per trombone solo

con il buio Otroci
un film di Valdo Škafar

fino a domenica, in diversi spazi del paese, in loop In ricordo della coperativa di Topolò e delle sue pecore
Pascolo vagante
un’installazione di Giorgio Vazza

ToBe Continued 2012… Parte III
48 concerti in 24 ore per suonarle alla TBC

Teatro Naturale
Esiti del cantiere di fotografia per macchine di grande formato

in chiusura, con il buio ToBe Continued 2012… Parte III
48 concerti in 24 ore per suonarle alla TBC

sabato 14 luglio
verso le cinque della sera Kage (per John Cage)
suoni dalla valle captati e ibridati da Alessandro Fogar

a seguire Corsia dei ricordi Topolò-Livek
un archivio di immagini e memorie del “maledetto confine”
un progetto di Anja Medved

poi Anastomose
performance di Giorgia Minisini e Paulina Rucaruba

con il buio Athos. Appunti dalla Montagna Santa
Live painting di Cosimo Miorelli,
suoni registrati sul Monte Athos campionati da Massimo Croce.

a seguire Archeo
un film diretto e presentato da Jan Cvitkovic
Le lune di Topolò
Immagini rare da eremitaggi alpini.

domenica 15 luglio
in Juljova, alle cinque della sera Dotik
quattro chiacchiere con il musicista cileno Nicolàs Carrasco Diaz

a seguire A listening Topolò
performance sonora di Nicolas Carrasco Diaz

poi Casadolcecasa
Reading poetico sonoro su testi di Antonella Bukovaz
Antonella Macchion, violoncello; Sndro Carta, tromba e Massimo Croce, rumori

prima o poi Arrivo dell’emerodromo Enrico Viola
Dal lago di Ciul a Topolò, di corsa dalla Carnia alla Benecija tra i villaggi abbandonati

poco prima del buio La Topolovska suona il rock
una versione affatto originale di In C, di Terry Riley

con il buio Total gambit
un film-documentario presentato e diretto da Jan Cvitkovic

   


www.stazioneditopolo.it
email: motrenok@alice.it | stazionetopolo@libero.it
info: 0432 731818 - 0432 725015 - 335 5643017 - 3351858413

a cura di Associazione Topolò – Topoluove
con il sostegno del Comune di Grimacco
e dell’Assessorato alla Cultura della Regione Friuli Venezia Giulia

coordinamento: Donatella Ruttar e Moreno Miorelli
Voci dalla Sala d’Aspetto a cura di Michele Obit

Topolò di Grimacco (Udine) si trova
a 20 km da Cividale e a 34 km da Udine


Pascolo vagante

Opera multimediale da un lavoro di Giorgio Vazza

Pascolo vagante non è semplicemente il titolo di un video o di una mostra ma è un viaggio artistico, reale e metaforico allo stesso tempo. Nasce dall’incontro del disegnatore Giorgio Vazza con Davide e Daniela, due giovani pastori, insieme ai quali l’artista ha ripercorso gli antichi sentieri della trasumanza in montagna condividendo con loro gli spostamenti, il susseguirsi delle stagioni, il rapporto con l’animale. Vivere in prima persona questa esperienza ha generato nell’artista nuove emozioni e riempito di schizzi i taccuini di viaggio che portava sempre con sé (e di cui sono contenuti alcuni esempi nella prima parte del video).
Si vuole ricordare con questo video l’epica vicenda della Cooperativa di Topolò che caratterizzò la vità della comunità tra il 1975 e il 1989. Furono ben 300 le pecore che popolarono il paese, come un segno di vita e di resistenza alla normalità in un’epoca ancora segnata dalla pesantezza del confine.

Da un’idea di Sonia Vazza realizzata da Valentina Ciliberto e Sonia Vazza, musica originale Marcello Batelli, voce Alessandro Rossi, digitalizzazione dei disegni Giovanni Menegazzo.

Moderne Stravaganze. Progetto Bach.

Antonino Puliafito, violoncello
Rudy Fantin, pianoforte

J.Sebastian Bach
- Suite N.1 in Sol maggiore
- Suite N.2 in Re minore
- Suite N.3 in Do maggiore
Le prime tre Suites per violoncello solo di Bach ci vengono restituite da Puliafito e Fantin arricchite di una nuova dimensione.
Una prospettiva che unisce interpretazione e composizione, in grado di mantenere fede all’unicità stilistica dell’opera e capace di approfondirla ulteriormente, investigando la parte reale dello strumento solo con armonie pianistiche di stravagante eleganza.
Barocco e jazz, in un quadro cameristico dove il contrappunto melodizzato del principe dei gravi si dipana nel caleidoscopio dell’improvvisazione.
Antonino Puliafito ha collaborato con le più importanti istituzioni musicali italiane ed estere. Dall’aprile 2005 fa parte dell’Orchestra della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia.
Rudy Fantin è uno dei pianisti della grande Big Band “Città di Udine”.
Dirige dal 2002 al 2009 il coro “The Colours Of Gospel” di S.Michele al Tagliamento, nel febbraio 2003 fonda il F.V.G. Gospel Choir e nel 2011 l’etichetta JazzyLogic.



ToBe Continued…

48 concerti in 24 ore per suonarle alla TBC

...Ora potete ascoltare tutta la musica incredibile che è stata trasmessa…
Dal Vivo, quando volete! non conoscevo molti degli artisti, ma ogni singolo concerto mi ha fatto realizzare quanta bella musica contemporanea ci sia in giro; siamo veramente fortunati ad averla, perché è preziosa! E quanti magnifici compositori e musicisti contemporanei abbiamo in questo mondo, in questa navicella che chiamiamo Terra. Ognuno dei 48 concerti è disponibile in streaming su www.stazioneditopolo.it Rhys Chatham

La Roja

Simon Longo
London

“I video sono girati nei pressi di San Leonardo/Podutana e in particolare nel torrente Roja che scorre da Altana/Utana, dove ho trascorso anni della mia infanzia.
I suoni sono presi dal medesimo corso d’acqua. Ho fatto una estensiva ricerca sulle risonanze create dall’acqua che scorre fra i sassi e che crea delle ritmiche e risonanze particolari a cui sono interessato.
Nel mio lavoro esploro la psico-acustica, concetti e teorie delle neuro-scienze utilizzati come metodi compositivi per produrre un effetto di “realtà oltre la realtà”. Il mio lavoro pone la questione su cosa sia veramente reale e affronta anche tematiche come l’ecologia e la natura”.

Simon Longo, aka Dithernoise, è un artista visivo e sonoro con base a Londra.
Il suo lavoro comprende anche installazioni site-specific. Il lavoro di Simon si ispira all’elettronica e all’estetica digitale e organica. Crea arte interdisciplinare con riferimenti alle neuro-scienze e alla sinestesia, esplorando in particolare l’interazione percettiva tra suono e visione.

Non è una rivista, non è un blog non è un diario...

presentazione de “La Piperita”

“Cento pagine riempite di arte, musica, pensieri, poesia, libri, disegni (la copertina di questo ultimo numero è dell’illustratore Daniel Egnèus). Cento pagine messe assieme da otto mani quelle di noi quattro liceali, c’è la nostra amicizia, la voglia di avere un spazio libero dove esprimerci e condividere idee: è così che tre anni fa è nata ‘La Piperita’, una rivista, che in realtà non è affatto una rivista, non è un diario, nè un blog. Siamo noi quattro riunite in questo progetto comune, sono tanti altri amici che ci aiutano, è lo spazio che diamo ai nostri pensieri, alle nostre parole. È vero, in fondo, la forma, la struttura sono quelle di una rivista anche se ci piace credere che si tratti di qualcos’altro, di una piccola creatura, di un soffio al sapor di menta. Piperita, ovviamente!”
Maria Moschioni, Vida Rucli, Marta Mesaglio e Ludovica Chiarandini, presentano l’ultimo numero della Piperita.

Postajanja

un documentario realizzato dalle ragazze/i della Postaja e da Anja Medved
Stazione di Topolò

Il progetto Postajanja prevede la realizzazione di un documentario riguardante l’edizione 2011 di Stazione di Topolò-Postaja Topolove. Nell’estate del 2011, l’idea è stata quella di avere, per il documentario, un punto di vista diverso e originale: quello delle ragazze e dei ragazzi, adolescenti della zona, che frequentano anche i nostri workshops e che trascorrono a Topolò l’intero periodo del festival. A loro è stata dunque affidata la cinepresa per documentare gli eventi e il backstage. Le decine di ore di girato sono state a quel punto affidate alla regista slovena Anja Medved per il montaggio. Una delle idee portanti di Stazione di Topolò/Postaja Topolove è proprio quella di coinvolgere attivamente i giovani della zona, perché non siano semplici spettatori di quanto avviene ma ne siano, il più possibile, protagonisti insieme a gli artisti internazionali che si succedono di anno in anno. Così sono nate realtà musicali che hanno una notevole rilevanza, come Les Tambours de Topolò e la Topolovska Minimalna Orkestra. Il progetto Postajanja è parte di questo modo di intendere la cultura e l’arte. Il documentario ha avuto la sua prima visione nel giugno di quest’anno al festival cinematografico Kino Otok di Isola d’Istria.
I loro nomi: Dora Ciccone, Paolo Danelone, Emma Golles, Tanja Marmai, Marija Miorelli, Sofia Miorelli, Elena Rucli, Vida Rucli, Sofia Vogrig.


Aleksandrinke

un film di Metod Pevec

Il film racconta la storia dolorosa e quasi esclusivamente femminile di una migrazione. A causa della povertà e della politica di assimilazione fascista, molte persone, soprattutto giovani, lasciarono la valle del Vipacco (nella parte occidentale della Slovenia) prima della Seconda guerra mondiale. Gli uomini se ne andarono in Argentina, da dove non avrebbero fatto più ritorno, mentre donne e ragazze partirono alla volta dell’Egitto. La loro meta era perlopiù quella che, all’epoca, era una città ricca e cosmopolita: Alessandria, dove rimasero per svariati decenni in qualità di balie, bambinaie e governanti. Molte di loro tornarono quando ormai era troppo tardi per godersi i propri figli e la propria casa. E l’uso della parola “propria” in questo caso è più che mai adatto, dato che nella stragrande maggioranza dei casi era proprio il loro denaro quello che era stato utilizzato per comprarla. La proiezione vuole essere anche un omaggio a tutte le donne della Benečija che nel dopoguerra emigrarono in tutta Europa come dikle (governanti tuttofare). Il film è una coproduzione Rtv Slovenija, Ertu, Transmedia.
Aleksandrinke
un film di Metod Pevec
Slovenia – Italia – Egitto 2011, 94’

Visual Rhythms

Visual Rhythms è un progetto collaborativo tra Simon Longo aka Dithernoise (artista sonoro) e Max Schleser (filmmaker). La performance può essere descritta come la riconfigurazione di oggetti costituiti e arrangiamenti formali.
L’interazione si basa sul movimento di campo di informazioni astratte, o più precisamente degli intervalli tra di esse, come spunti percettivi, luce, texture, colore e idee. I “Visual Rhythms” hanno realizzato progetti al Le Picard Festival, The Foudary (spazio artistico indipendente di East London), The London Gallery West e al P3 exhibition space (Londra) e hanno presentato il loro lavoro al (re)ACTOR- prima conferenza internazionale sulla digital live art, Londra.
Max userà nuovi visuals per la sua performance, tratti dal progetto www.24frames24hours.org.
· Max Schleser è un filmmaker che esplora l’uso di tecnologie portatili come strumenti creativi ed educativi. Il suo portfolio include vari documentari sperimentali e progetti collaborativi che sono stati presentati in festival cinematografici e di new media in diversi Paesi. Dal 2005 lavora con Simon Longo al progetto collaborativo Live AV Visual Rhythms.

Cantiere di musica per campionatore

coordinato da Massimo Croce

Il campionatore è uno strumento digitale il cui primo esemplare è stato sviluppato alla fine degli anni ’70 dagli australiani della Fairlight, il più popolare e potente campionatore di quegli anni è il famoso Synclavier della New English Digital, tanto potente da essere utilizzato anche per il montaggio del sonoro nel campo cinematografico. Oggi vi sono molti software musicali che utilizzano le infinite potenzialità offerte dalle tecniche di campionamento, tra questi Ableton Live, software tra i più versatili per suonare dal vivo il computer. In questo cantiere, rivolto ai ragazzi/e della Stazione, si utilizzerà un registratore digitale per la registrazione dei campioni, siano essi field recording all’interno e nei dintorni di Topolò, sia quelli di strumenti musicali tradizionali, i quali saranno trasferiti in Ableton Live, successivamente debitamente processati e infine utilizzati per la composizione di un brano di computer music.
Massimo Croce è nato a Ferrara nel 1966, ha vissuto 9 anni nella città del Cairo dove ha potuto approfondire le tecniche di campionamento dei suoni in un ambiente complesso come la grossa megalopoli egiziana. Nel 2007 ha fondato la NetLabel ozky e-sound. Nel 2010 si trasferisce per la maggior parte del suo tempo nelle Valli del Natisone.

Transiti

Nel linguaggio religioso “transito” viene inteso come il “passare a miglior vita”.
Volendo possiamo domandarci se abbiamo accettato realmente di essere solo un passaggio o invece stiamo ricercando una spasmodica eternità. Transiti è una performance che nasce dall’idea di Magda Zuliani di utilizzare le immagini fotografiche realizzate all’interno dell’ex Italcementi di Cividale per raccontare la transitorietà di tutte le cose, racconto che inizia con immagini di una natura un tempo padrona di questi spazi, e si conclude con le immagini del nuovo edificio che ha preso il posto del cementificio.
Musicalmente Massimo Croce ha pensato di utilizzare suoni registrati nei dintorni di Cividale nel tentativo di localizzare ancora di più le immagini del video, con l’intenzione di puntualizzare il fatto che: “la storia di un luogo spesso è il racconto di medesime storie di tanti altri luoghi”.
Magda Zuliani è nata a Premariacco, ha iniziato a fotografare nel 2003 utilizzando una reflex analogica.
Nel 2009 decide di accettare l’invito di Massimo Croce e andare al Cairo per realizzare le fotografie di una multivisione dal titolo Cairo [in] breve.

Klezmorim

Cantiere di musica klezmer
diretto da Davide Casali
dedicato alla Topolnova Klezmer Orkestra

È dal 1994 che l’antica musica degli Ebrei dell’Europa orientale risuona in Stazione, ancora prima che venissero scoperti i documenti e i reperti relativi alla comunità ebraica che prosperava nella zona più antica del paese basso: tre sinagoghe, la scuola talmudica, il vecchio cimitero, gli spartiti nati dall’estro di musicisti che qui sono vissuti e che sono, poi, emigrati verso la Moravia, la Galizia, il Banato.
È proprio perché tanta ricca tradizione non andasse smarrita che Davide Casali, instancabile esploratore di tale sorprendente passato, propone un cantiere di musica klezmer per musicisti, esperti e principianti.
Sarà un modo per addentrarsi all’interno di questa musica utilizzata nei matrimoni e nelle feste ebraiche; il tutto sfocerà in un concerto finale dove tutti potranno fare parte della Topolnova Klezmer Orkestra che si avvarrà anche di altri musicisti e di altri klezmorim per un unico, grande, festoso evento.
Davide Casali, studioso di cultura ebraica, organizzatore di festival musicali, compositore e clarinettista, fondatore di The Original Klezmer Ensemble, gruppo con il quale si è esibito in Europa, in Giappone e negli Stati Uniti all’interno di importanti rassegne dedicate alla musica etnica e klezmer. È recente fondatore della radio web Vive a Trieste.

Come costruire una Macchina del tempo

Cantiere in riva al senso del tempo
a cura di Fabio Fornasari
laboratorio di 24 ore di manipolazione e costruzione di una installazione Macchina del tempo

Un tempo: un anno. Una misura precisa.
Un luogo: Topolò.
Insieme: un anno fa sono stato a Topolò.
È cominciato un viaggio nella materia e nel tempo. La mia idea era che fosse un viaggio in una immagine, semplicemente.
Lo dicevo quella sera: non puoi stare con le mani in mano. Devi trovare un tuo ruolo: te lo chiede.
Sono ripartito pieno di cose da vedere e molto da conoscere su questo luogo.
Un anno di letture, di approfondimenti sul tema della materia, del futuro e del tempo. …Vivere nel solo presente nell’istante è come vivere una natura morta. Il tempo non esiste ma è la trasformazione del nostro pensiero che ce lo rende visibile.

In questo cantiere centrale è lo slancio verso il tempo. Costruire una macchina del tempo è possibile se si abbandona l’idea di usare la tecnologia e si lavora all’interno di un pensiero di trasformazione: corpo, materia, pensiero.

Fabio Fornasari è nato a Bologna. Si è laureato in architettura a Firenze.
Pur essendo conosciuto per le sue realizzazioni nell’ambito dell’architettura museale, Fornasari è anche artista in senso amplio, spaziando dal design alle architetture virtuali, dalla fotografia alla ricerca in campo artistico.
Ha realizzato, con Italo Rota, nel 2010 il Museo del Novecento (ex Arengario in Piazza Duomo) a Milano. È docente presso l’Università di Urbino e la NABA di Milano.



Kage (per John Cage)

Alessandro Fogar
Grado

Follow thy fair sun, unhappy shadow,
Though thou be black as night,
And she made all of light,
Yet follow thy fair sun, unhappy shadow.
Thomas Campion


Kage (ombra, in giapponese), è innestata teoricamente su quelle concezioni dell’ascolto che concordano sulla necessità di abbandonare il mito romantico del musicistademiurgo, per un’estetica non più soggettivistica e non narrativa, consequenziale.
Kage è rappresentata sotto forma di performance, l’esecutore controlla e influenza, tramite una tavoletta grafica e un mixer midi, processi compositivi interattivi e autoreferenziali. Come la rugiada, distillata dal cielo, il sistema genera suoni utilizzando, come base, quelli presenti nell’ambiente. Particolare importanza avrà il suono ‘ambientale’, il suono delle valli, che sarà captato da un microfono dedicato e ibridato con suoni captati da microfoni a contatto e con emissioni radio. Una serie di segnali di controllo è inoltre derivata dagli stessi suoni, provvedendo ad autoregolare il sistema. Intervenendo sul feedback e sul ricircolo del materiale sonoro, alimentandone le risonanze, si ottengono continuamente nuove suggestioni, tessiture sonore sempre diverse.
Una serie di altoparlanti, di diversa tipologia e caratteristiche, saranno posti in una radura. Il pubblico è invitato a partecipare disponendosi a piacere nelle vicinanze, sperimentando diverse posizioni e sostando a piacere.
Si consiglia di intervenire dotandosi di una coperta o similare per sistemarsi comodamente sul prato.
Alessandro Fogar vive a Grado (Go), studia musica elettronica e nuove tecnologie multimediali presso il Conservatorio G. Tartini di Trieste, dove ha conseguito il diploma di primo livello in musica elettronica.



Tutto sommato ancora una montagna

uno sguardo a più voci sul paesaggio alpino
Piero Zanini
Mezzocorona

All’inizio, si trattava di esplorare un luogo comune: le Alpi. Di andare a vedere e ascoltare questo mondo e mettere alla prova un sentimento: quello di abitarlo e però allo stesso tempo di non riconoscerlo poi troppo, di non ritrovarlo là dove invece appare e si manifesta: nei discorsi e nelle immagini che provano a darne conto, come nelle decisioni che vorrebbero governarlo. Man mano che l’esplorazione avanzava, si è trattato di capire come raccontare un luogo intimo che, proprio perchè luogo comune, è vissuto e immaginato anche da molti altri. Adesso, si tratta di interrogare il presente di un paesaggio, nel modesto tentativo di capire qualcosa su di lui, su come cambia, che è poi dire anche come cambiamo noi. Seguendo una traccia, per quanto esile, cercando un’andatura, per provare ancora una volta a dare senso al nostro abitare il mondo.

Voicescape: la voce nel paesaggio e il paesaggio nella voce

Renato Rinaldi Fornalis

Durante il lavoro di ricerca sulle Alpi abbiamo incontrato delle persone anziane che vivono da sole in luoghi che tutti hanno abbandonato, paesi difficili, scomodi, freddi, in alto dove la natura è avara e il silenzio avvolge tutto. Vivono lì da sempre, quello è il loro posto e lo sarà finchè dura la vita. In questi luoghi vivere è rompere il silenzio, un esercizio quotidiano in questa solitudine dove non c’è mai contemporaneità o sovrapposizione, e tutto si srotola in sequenza. Ma come si rompe il silenzio quando si è soli? Con chi si parla? Che cosa si dice?
Le voci che abitano questo silenzio sono particolari, sono voci minerali che restano attaccate alle rocce più che alle persone; la loro grana e il timbro sembrano incrostati di paesaggio, il ritmo e le pause invece, con la loro cadenza partecipano alla fissità del tempo e alla vastità dello spazio.
Nel nostro viaggio sulle Alpi abbiamo incrociato le loro voci e le portiamo a voi, a cui aggiungeremo anche le nostre per parlare del paesaggio.
Di voicescape parleremo assieme a Piero Zanini in Tutto sommato ancora una montagna, poi le voci rimarranno come installazione per la Stazione, dovrete cercarle in un luogo piccolo e buio del paese di Topolò.

Alpi

Armin Linke
Berlin

“Alpi è il risultato di sette anni di ricerca sulle percezioni contemporanee del paesaggio delle Alpi, giustapponendo luoghi e situazioni delle otto nazioni confinanti e abbraccciando i territori di quattro lingue differenti. Nel film, le Alpi sono trattate come un’ isola che è connessa alle varie trasformazioni globali.
Abbiamo intrapreso numerosi viaggi nella regione alpina, i quali, ironicamente, ci hanno condotti a Dubai. Il film mostra le Alpi come un luogo chiave, dovuto alla sua finezza e importanza ambientale, dove si può osservare e studiare la complessità delle relazioni sociali, economiche e politiche. Nell’Europa di oggi, le Alpi sono una culla per la modernità e le sue illusioni.” A. L.

Regista: Armin Linke
Titolo Originale: Alpi
Paese: Germany
Anno di produzione: 2011
Formato: 16mm
Durata: 60’
Produzione: Studio Armin Linke
Produttore: Studio Armin Linke
Montaggio: Giuseppe Ielasi
Fotografia: Armin Linke
Sound Editor: Renato Rinaldi

Incontro con lo scrittore Veit Heinichen

Accade, talvolta, che il polso di una città, di un luogo, ci venga dato da uno “straniero”, da qualcuno che è giunto da lontano.
Il caso di Trieste e di Veit Heinichen, scrittore tedesco trapiantatosi sul golfo molti anni fa, è proprio uno di questi.
Il suo amore per la città, per il Carso e per il mare che la circondano è così naturale, fisiologico (e organolettico) da non essere cieco e lo porta a non tacerne, nei suoi scritti, anche gli aspetti meno gradevoli, quelli spesso legati al potere o, romanzando ci dirà quanto, al misterioso underground di traffici che inevitabilmente percorrono un luogo così, al confine e allo sbocco di mondi diversi. Per contrastare il male, Heinichen ha creato un poliziotto, un uomo con pregi e difetti, non un eroe, e anche lui “straniero”, il commissario Proteo Laurenti, che fa quello che può ma lo fa bene.
Soprattutto, a contrastare il male ci sono la bellezza e la unicità di Trieste, che è sempre la vera protagonista vincente dei romanzi di Heinichen.
Il fatto che alla Stazione siamo suoi appassionati lettori sarebbe sufficiente per festeggiare l’arrivo di Veit a Topolò ma nel suo ultimo romanzo, Nessuno da solo (edizioni e/o), addirittura hanno un ruolo le valli del Natisone e a questo punto l’incontro diventa inevitabile.

DOB orchestra in concerto

Uno dei fiori all’occhiello della ricerca artistica regionale (e non solo) è senz’altro quanto creato anni fa dall’Associazione Culturale Area di Ricerca che, con il sostegno del comune di Staranzano, ha dato un’anima all’ex scuola elementare della frazione di Dobbia, proponendo molteplici iniziative: concerti, dj set, teatro, arti visive, laboratori, incontri letterari e proiezioni di film. La programmazione è sempre originale e all’avanguardia. Il progetto DOB orchestra, presente a Topolò, si è sviluppato nell’ambito dei numerosi progetti dei laboratori creativi dobia.lab come una sfida per i musicisti di diverse tradizioni e generazioni del Nord Est Italia, unitisi per creare un ensemble di musica improvvisata con l’intento di confrontarsi con la tradizione dei collettivi d’improvvisazione, ma anche con l’obiettivo di trovare un sound proprio e distintivo. · Questa la formazione: Giovanni Maier, Michele Spanghero, Carlo Franceschinis, Costanzo Tortorelli, double bass; Mariano Bulligan, cello; Ugo Boscain, contrabass clarinet; Mimmo Cogliandro, bass clarinet; Flavio Brumat, tenor sax; Gian Agresti, alto sax; Gabriele Cancelli, Mirko Cisilino, trumpet; Paolo Pascolo, flute; Giorgio Pacorig, Fender Rhodes; Andrea Gulli, electronics


Grimacco. Un altro sguardo

un documentario della TV giapponese

Nel mese di novembre 2011, una troupe del canale BS della televisione giapponese è giunta a Grimacco per realizzare un documentario dedicato alle bellezze dei borghi italiani.
Il risultato è un filmato della durata di 45 minuti di grande qualità. È davvero un altro sguardo sul nostro comune e su Topolò, location principale delle immagini.
Ciò che colpisce è l’attenzione prestata dal regista e dal direttore della fotografia a dettagli minimi della quotidianità, fino all’esplorazione del microcosmo per aprirsi, poi, a vedute che rivelano un occhio figlio di altri valori estetici.
Il documentario esplora la vita del paese attraverso la giornata tipo di due suoi abitanti, in questo caso Donatella Ruttar e Alfonso Trusgnach che fungono da guida in un mix di tradizione e contemporaneità, certo l’aspetto che più ha affascinato la troupe nipponica.

Presentazione cd Tribil Trio

Marta Hari, arpa
Michele Spanghero, contrabbasso
Sandro Carta, tromba
Il Tribil Trio è uno di quei frutti che solo la Stazione di Topolò può generare.
Infatti, solo uno snodo ferroviario può permettere l’incontro di musicisti provenienti da generi, quindi mondi, molto diversi tra loro.
Una arpista classica, un contrabbassista dedito alla musica di improvvisazione e un trombettista che è colonna sonora di feste e sagre dove la musica oberkrajner la fa da padrona.
Il Cd è stato registrato a Topolò nel dicembre 2010, all’interno di casa Juljova con l’ausilio di Andrea Blasetig quale tecnico del suono. Sempre a Topolò, un anno dopo, approda Massimo Croce, che oltre ad essere musicista è anche il creatore della etichetta ozky e-sound, produttrice di questo Cd.

Homage. 9 francobolli per clarinetto solo

Angelo Di Giorgio

Homage a J.S. Bach
Homage a N. Paganini
Homage a C.M. von Weber
Homage a C. Debussy
Homage a M. de Falla
Homage a R.Strauss
Homage a B. Bartok
Homage a Z. Kodaly
Homage a A. Khatschaturian

Dal 2000 è funzionante a Topolò un Ufficio Postale molto particolare; non fornisce servizi ai comuni destinatari dei molti Stati posti nei 5 continenti ma si rivolge esclusivamente agli Stati di coscienza. Detto ciò, anche il materiale postale può non essere cartaceo, com’è il caso della serie di francobolli sonori composti appositamente per il nostro Ufficio da Angelo Di Giorgio, dove si stagliano i profili di alcuni tra i maggiori musicisti di tutti i tempi.
La durata di ogni francobollo, per clarinetto solo, è di circa 3 minuti.
Angelo Di Giorgio si è diplomato nel 1982 in clarinetto, nel 1998 in saxofono.
Esegue musica contemporanea interessandosi anche di musica elettronica.
Ha vinto numerosi premi a concorsi nazionali ed ha partecipato ad un seminario sulle prassi esecutive dell’ultimo Luigi Nono organizzato dalla Biennale di Venezia. Per diversi anni ha partecipato al Gaudeamus ad Amsterdam.


Teatro Naturale

Cantiere di fotografia per macchine di grande formato
a cura di Carlo Andreasi e Alessandro Ruzzier – Woo(o)

La macchina fotografica è prima di tutto uno strumento di registrazione.
Serve a produrre delle tracce e a lasciare delle tracce. Prendendo ispirazione dal libro di Gianni Celati, “Cinema Naturale”, Teatro Naturale è il titolo che abbiamo scelto per questo laboratorio. Lavoreremo con la fotografia per rivelare le sottili ed impercettibili variazioni che il paesaggio offre con lo scorrere delle ore. La camera fotografica diventerà uno spazio scenico in cui si depositeranno eventi leggeri: inquadrature fisse a diverse ore del giorno, con lo scopo di cogliere piccole e grandi mutazioni nella percezione dello spazio. Impareremo ad usare macchine fotografiche di grande formato, svilupperemo assieme i negativi e li stamperemo a contatto in camera oscura per dare forma ad un racconto visuale sul paesaggio di Topolò in forma di piccolo libro artigianale.
Carlo Andreasi ha studiato Scienze naturali presso l’Università di Trieste e l’Ecole National d’Art Plastique a Mulhouse (F), seguendo il corso di fotografia e grafica.
Il suo lavoro si basa sul paesaggio nel rapporto tra rappresentazione concettuale ed esperienza fisica e sensoriale. Ha vissuto tra Mulhouse e Strasburgo negli anni dal 1994 al 2003, approfondendo la filosofia dell’uso di camere fotografiche di grande formato e la fotografia intesa come pratica di registrazione. Vive a Trieste.
Alessandro Ruzzier. “Attraverso l’esperienza (intesa come sperimentazione diretta), l’osservazione, l’intuizione, l’istinto, l’azione e la riflessione raccolgo tracce ed elementi che sedimentano su diversi supporti ricettivi. Fotografie, suoni, immagini latenti, parole, azioni, intermittenze. Lavoro sulla storia, o meglio, sull’apparato scenico che mi permette di includere e mostrare gli esiti della raccolta. Credo sia importante dare una storia al senso delle cose, piuttosto che dare senso a una storia”. Vive a Gorizia.

Walk-in-progress

Katja Muenker
Berlin

Gehen TransAlpin è un cammino a lungo termine che include performances intessute nel paesaggio e negli spazi chiusi. Per due mesi e mezzo (da luglio a metà settembre 2012) camminerò lungo le Alpi, partendo dalla provincia di Udine fino a raggiungere Lucerna, Svizzera.
Un po’ “alla John Cage”, Gehen TransAlpin è una composizione a lungo termine che emerge istantaneamente dalle varie situazioni: panorama, sentiero, condizioni atmosferiche, passo, respiro, battito, ritmi del cammino, stare in piedi-seduti-distesi, pause, tutte le azioni relative al togliersi e mettersi lo zaino ed i vestiti, consultare la mappa, trovare la direzione, suoni, incontri con altre persone e discorsi crescono cumulativamente insieme.
Per strada raccoglierò materiali con ed attraverso l’esperienza del mio corpo in cammino. Raccoglierò movimento, testo, interviste, foto, suoni e cartoline che andranno poi ad intrecciarsi nelle performances e nelle installazioni che assemblerò in studio.

Stazione di Topolò ospiterà per alcuni giorni proprio l’inizio del mio progetto.
Dopo solo 3 giorni di cammino arriverò a Topolò per sostarvi in attesa di effettuare la prima performance-in-cammino. Questo evento collegherà il mio interesse nel cammino come pratica performativa e il mio viaggio a lungo termine con storie di abitanti ed artisti di Topolò. Per 3 giorni sarò a disposizione della gente del villaggio per camminare insieme e farmi scoprire luoghi nascosti, condividere storie e parlarmi della loro relazione con il camminare. La performance stessa sarà un’installazione di movimento, testo parlato, suono e proiezioni che insieme, frammentariamente, costruiranno un modo particolare di raccontare il viaggio.

dial: In_C. Libero arrangiamento ispirato a In C di Terry Riley

per ensemble da camera, elettronica e video
Michele Spanghero · Hiroshi Matoba
Staranzano · Fukuoka

Nel corso degli ultimi anni In C di Terry Riley è stato il leitmotiv della Stazione di Topolò e della sua orchestra TMO, nata proprio attorno al progetto di eseguire questa composizione. Data la familiarità fra In C, la TMO e Topolò, ho pensato fosse interessante riproporre questo brano alla Stazione, ma ripensato e rivisitato. La confidenza dei musicisti della TMO con In C e la libertà insita nella composizione di Riley hanno suggerito la possibilità di approcciarsi ai frammenti di In C in modo creativo. Così nasce l’idea di coinvolgere due artisti giapponesi, Hiroshi Matoba e Nobuhiko Furuta, creatori di un software audiovisuale pensato per improvvisazioni musicali basate sulla creazione e modellamento in tempo reale di loop. Una formazione cameristica di musicisti, scelti tra i membri della TMO e alcuni ospiti dell’edizione della Stazione, entrerà in dialogo con i samplings elettroacustici di Matoba e Furuta creando una performance che parte da In C per aprirsi a un paesaggio sonoro più ampio.
Michele Spanghero (Gorizia, 1979). Artista sonoro e visivo. Il suo interesse attuale è focalizzato sulla musica improvvisata ed elettronica (come contrabbassista e compositore) e installazioni sonore. Conduce parallelamente un percorso di ricerca e sperimentazione visiva con particolare interesse verso il medium fotografico.
Hiroshi Matoba nasce in Giappone nel 1983. Dopo una laurea in design del prodotto sta studiando sound art e programmazione alla Kyushu University e Adcdu. Il suo lavoro mira alla creazione di nuovi sistemi sequenziali per la musica. Recentemente ha provato a costruire un software per la composizione che sfrutta una concezione circolare anziché lineare del tempo. Con questo sistema ha creato materiali audio e video per le sue installazioni.
Transmediale award 2009, International festival of electronic art 404, Baca-Ja 2008, Asia Digital Art Award 2008.

In C, di Terry Riley

Topolovska Minimalna Orkestra
coordinamento di Antonio Della Marina e Al Margolis

La TMO è uno dei vanti della Stazione. Il suo scopo è quello di assemblare i ragazzi/e della zona con musicisti esperti provenienti da diversi generi: classica, jazz, etno, rock, folk, sperimentale.... L’idea di riproporre In C, capolavoro del minimalista americano Terry Riley, nasce dalla presenza in paese di Al Margolis, anima del gruppo newyorchese The Styrenes, autore di una delle più celebri e apprezzate versioni del brano. Sarà quindi una versione molto “rock” quella del 15 luglio...
Al nucleo di ragazze/i si aggiungeranno i musicisti che tradizionalmente collaborano con la Stazione e quelli che momentaneamente ne sono ospiti. La TMO nasce a Topolò durante la Stazione 2008. La sua struttura è aperta, varia continuamente. Ai ragazzi e alle ragazze delle Valli, si aggiungono di volta in volta musicisti, professionisti e dilettanti, disponibili a collaborare ai singoli progetti. Dalla sua nascita, l’Orkestra è affidata alle cure di Antonio Della Marina. Nel mese di settembre 2012 la TMO si esibirà a Lubiana, presso i nuovi spazi per le arti sonore della Vodnikova Domačija.

Nel migliore dei mondi possibili

2012 – 5’32’’
un video di Steve Rowell, audio di Signe Lidèn
a cura dell’Ambrasciata di Norvegia

Su di un’isola a metà strada tra il Polo Nord e la Norvegia, il complesso a prova di disastro Svalbard Global Seed Vault contiene campioni di semi da tutto il mondo, ognuno protetto da una speciale capsula di sicurezza.
Speriamo di non averne mai bisogno.
Lasciate che gli scienziati vi spieghino a cosa servono 700 mila campioni di semi, come il sistema agricolo globale andrebbe risanato per evitare fame e distruzione… forse…
Gli artisti Signe Lidèn, Annesofie Nom e Steve Rowell hanno visitato la banca dei semi nel 2010. Le loro foto e i materiali audio-visivi sono ora in mostra al Cold Coast Archive: Future Artifacts from the Svalbard Global Seed Vault.

Lamento · Pritožba

Concerto per Solo piatti
Enrico Malatesta
Cesena

A Topolò vorrei proporre un mio solo speciale, solo per piatti, intitolato Lamento.
È un lavoro sonoro incentrato sulla costruzione di una dimensione corale in cui ridefinire le capacità timbrico e spaziali dei piatti. Utilizzando tecniche estese alla valorizzazione delle innumerevoli possibilità armoniche e brillanti di questi strumenti, il progetto tende ad articolare complesse strutture in grado di creare diversi piani sonori che sfruttino il rapporto con gli spazi di esecuzione.
L’utilizzo di drones e frasi prive di attacco vogliono favorire un avvicinamento dei piatti alle capacità evocative della voce.

Enrico Malatesta, 1985. Percussionista attivo nel campo della musica contemporanea, elettroacustica e di improvvisazione. La sua personale attività e ricerca è volta alla ridefinizione del ruolo del percussionista nei diversi ambiti contemporanei, approfondendo la dimensione acustica e materica degli strumenti a percussione. Oltre ai personali progetti, è attivo anche come interprete di repertorio solista del ‘900 comprendente partiture grafiche e/o di notazione non tradizionale di compositori quali John Cage, Morton Feldman, Karlheinz Stockhausen, Earle Brown.

Il margine delle cose

Topolò si trova sul confine nord-orientale dell’Italia, nel sud dell’Europa, e la Norvegia, come nazione, rappresenta il confine settentrionale dell’Europa. Siamo entrambi periferici.

A scuola, molto tempo fa, i nostri maestri ci dissero che se avessimo puntato un compasso su Oslo e l’avessimo aperto fino a toccare il nostro confine settentrionale, il cerchio risultante sarebbe passato esattamente attraverso il Colosseo a Roma. In altre parole i bambini norvegesi imparano che sono il centro del loro mondo - la periferia è solo una questione di definizione!

Questo è vero anche nel mondo dell’arte e della musica. La parola “limite” descrive qualcosa che sta alla distanza massima raggiungibile dal centro e al contempo rappresenta qualcosa che gli artisti di tutto il mondo si sono sempre sforzati di raggiungere. In quanto minoranze abbiamo una certa unicità rispetto alle masse e ne siamo orgogliosi. Tutte le strade porteranno a Roma, ma almeno una di esse ha origine tra le montagne della Norvegia ed un’altra, molto ripida, piena di curve ma anche importante ha inizio quassù, alla chiesa di Topolò.

È destino di entrambe le nostre genti quello di essere circondate da boschi, montagne, intemperie, creature mitologiche, fantasmi ed una storia piena di avversità politiche e culturali. Ho imparato che i Topolonauti come me hanno sempre un orecchio particolare per le piccole cose, spesso semplici e inaspettate.
In questi luoghi così intensi condividiamo la gioia di nuove imprese artistiche e anche questioni fondamentali della vita. Siamo ostinati, siamo piccoli, e la Stazione ci insegna a rispettarci e fidarci gli uni degli altri.

Topolò è l’epicentro della periferia. Che questa ambasciata sia un simbolo di ciò che un piccolo gruppo di persone amorevoli può raggiungere insieme, su una scala 1:1. Piccolo è bello.
Per Platou, ambasciatore


Kathmandu, lezioni di tenebre

Martino Nicoletti
Glasgow

Cose che c’erano e altre che avrebbero dovuto esserci.
Questa città, la Kathmandu di polvere, fango e legno, issato e poi portato via, matura al tramonto.
Persone evaporano di nuovo in respiri e l’intera piatta valle torna ad adagiarsi sulle sue colonne di vertebre.


Una catabasi visionaria capace di condurre nei meandri dell’abissale metropoli himalayana di Kathmandu: città, spazio reale, ma soprattutto inviolato recesso dell’anima.
Immagini fotografiche, frammenti poetici e un’ambientazione sonora, creata dallo stesso artista e interpretata dalla potente voce di Giovanni Lindo Ferretti, offrono una fruizione completa dell’opera.
Martino Nicoletti (Perugia, 1968), si occupa da oltre venti anni di Asia, continente in cui ha lungamente viaggiato, vissuto e lavorato come etnologo e artista visivo. È autore di numerosi saggi etnografici, racconti di viaggio, artist’s books e cortometraggi. Risiede a Glasgow. A Topolò ritorna con la sua opera poetica e fortemente evocativa abitando uno spazio domestico con immagini e suoni raccolti ed elaborati dalla sua ispirata ricerca.


Il perimetro infinito di un triangolo scaleno

Fabrizio Fiore

Il triangolo di Kock (o fiocco di Kock) è una figura frattale che parte da una base di un triangolo equilatero. Ad esso si sezioni ogni lato in tre segmenti ugualie se ne tolga quello in mezzo. Al suo posto poniamo altri due segmenti uguali a formare un triangolo al centro dei tre lati della figura di partenza.
Continuando il processo avremmo una figura simile ad un fiocco di neve con un area indefinibile ma finita ed un perimetro infinito. Ingrandendo la figura ottenuta troveremmo sempre lo stesso pattern in qualsiasi punto.
Cosa accadrebbe se la figura di partenza fosse un triangolo scaleno?
Cosa accadrebbe se i lati del triangolo fossero un trio di fiati?
Rossana Lonza – oboe
Neven Stipanov – clarinetto
Serena Candolini – fagotto
Studente di musica elettronica al Conservatorio di Trieste, frequenta attualmente il biennio di specializzazione in composizione videomusicale. Le sue opere spaziano dall’elettroacustica pura a quella mista, passando per il live electronics, la videoarte, la sound art e la musica strumentale. Il progetto è pensato per una esecuzione nei boschi che circondano Topolò. Fabrizio Fiore vive a Gorizia.

Topolov gozd

un intervento di land art
Francesca Zoboli
Milano

Questa estate chi vorrà fare una passeggiata nel bosco di Topolò, potrà incontrare alberi singolari, vestiti di nuove livree cartacee e colorate. Il sentiero che conduce al confine sloveno è popolato da sculture e interventi che nel corso degli anni vari artisti hanno lasciato, questo intervento però avrà vita breve, anche per non disturbare troppo e sarà piuttosto un apparizione. Da tempo lavoro con la carta, la tratto e la dipingo con varie tecniche che la rendono spesso un materiale molto simile a qualcosa di organico e naturale, sia nelle texture che nei colori.
Così mi interessava agire in un contesto come un bosco dove il confine tra naturale e artificiale sarebbe stato molto sottile, lavorando su micro variazioni come il ritmo, le forme e i colori che contemporaneamente appaiono e scompaiono creando una nuova visione del bosco. Sarà poi da scoprire come il tempo, il clima e il sole e forse gli animali lavoreranno sull’ opera lasciando nuovi segni e modificandola.

Francesca Zoboli si è diplomata in Visual Design nel 1981, presso la Scuola Politecnica di design di Milano. Successivamente ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, diplomandosi in Pittura nel 1985.
Dal 1990, parallelamente alla ricerca pittorica, si occupa di decorazione di interni, (progetta e realizza pannelli decorativi per il nuovo concept store di Kenzo a Parigi). Ultimamente si è dedicata anche all’ illustrazione di libri per l’infanzia.
Vive e lavora a Milano.

Incontro con Jan Cvitkovič

Le definizioni, i ruoli, stanno stretti a Jan Cvitkovič. Nato a Tolmin, proprio dietro il Kolovrat, la montagna che separa Topolò e parte della Benečija dalla Slovenia, Jan si moltiplica (non si divide) tra diverse forme di espressione: la narrazione, la poesia, il cinema dove è sceneggiatore, attore, regista, per non dire dei suoi studi che lo hanno portato alla laurea in archeologia...
È come regista che Cvitkovič è diventato un nome noto a livello internazionale, da subito, con Kruh in mleko, suo primo film, ripetendo il successo con Odgrobadogroba e con il recente (2011) Archeo.
A Topolò abbiamo avuto, negli anni, la fortuna di vedere le sue opere e il corto Vem. L’incontro con Jan non prevede mai una programmazione organizzata in precedenza ed è sempre una sorpresa che si svela solo al momento del suo arrivo.
Talvolta è una sorpresa anche per lui...

Le lune di Topolò

Immagini rare e preziose da eremitaggi alpini

Le lune di Topolò sono un appuntamento tradizionale nelle notti stazionautiche.
Vengono proposte o riproposte nel cuore della notte, per gli insonni, vere e proprie chicche filmiche di non facile reperimento.
Quest’anno, sono stati abbinati due documentari relativi a due uomini che hanno scelto l’isolamento dal mondo, per motivi diversi l’uno dall’altro.
Entrambi hanno però le Alpi quale scenario comune dei loro eremitaggi: gli oltre duemila metri di un ex bunker sul monte Triglav per Alojz Žakelj, il protagonista di Blue, is the sky, dello sloveno Simon Obleščak e il più “morbido” paesaggio del Canton Ticino che ha, invece, circondato gli ultimi anni di vita di Armand Schultess, l’uomo che volle scrivere, salvare, lo scibile umano nei boschi che circondavano la sua casa.
Della sua incredibile esperienza altro non rimane che il documentario di Hans-Ulrich Schlumpf, J‘ai le télèphone.


Ella Adaïewsky (1846-1926)

Viaggio in Benečija di un’etnomusicologa ante litteram
Andrea Rucli pianoforte · Claudia Grimaz soprano · Antonella Bukovaz voce

La personalità di Elisabeth von Schultz, meglio nota con il nome d’arte di Ella Adaïewsky, rappresenta senza dubbio una delle figure femminili più interessanti tra quelle operative dalla fine dell’Ottocento all’inizio del secolo scorso.
Nata a San Pietroburgo il 10 febbraio 1846 (secondo il calendario giuliano) da madre tedesca del Nord e da padre baltico, sviluppò precoci doti pianistiche e dall’età di quindici anni iniziò un’intensa attività concertistica in tutta Europa.
Nel corso della sua lunga esistenza Ella Adaïewsky ebbe occasione di intrattenere rapporti umani e professionali con il Gotha musicale del tempo: Čajkovskij, Berlioz, Gounod, Rossini, Liszt, Brahms e Clara Schumann.
Delusa dal divieto politico di rappresentazione in cui era incorsa la sua opera Zarja, l’aurora della libertà, imperniata sul tema dell’abolizione della servitù della gleba, nel 1882 si allontanò definitivamente dalla Russia e iniziò a condurre una vita itinerante tra Parigi, Berlino, Vienna e soprattutto Venezia, dove risiedette abbastanza stabilmente per oltre vent’anni. Durante le ferie estive, spesso trascorse a Tarcento, ebbe modo di collaborare con Jan Baudoin de Courtenay, caposcuola della linguistica russa, supportando le sue ricerche glottologiche nell’area friulana e slovena con pionieristiche indagini etnomusicologiche condotte nella Valli del Natisone, di Resia e del Torre. Privata di rendite e possedimenti in seguito alla rivoluzione d’ottobre, sospettata di attività di spionaggio filorusso, condusse vita ritirata in Germania, dove morì ottantenne a Bonn, nel 1926.

Andrea Rucli, pianista di fama internazionale e studioso appassionato della Adaïewsky, ci restituisce un ritratto dell’artista russa attraverso la sua musica e gli scritti relativi alle esplorazioni nelle valli del Natisone datati inizio ‘900.
Con Rucli, la soprano Claudia Grimaz e Antonella Bukovaz, voce recitante.


Figlio di nessuno

Un’autobiografia senza confini con Boris Pahor e Cristina Battocletti
Incontro con gli autori

“Una vita intensa, iniziata nel dolore dell’identità slovena negata, continuata nel lager di Natzweiler-Struthof in Alsazia, e trascorsa nella difficoltà di collocarsi tra le correnti politiche e letterarie del dopoguerra burrascoso di una Trieste che è la summa degli umori e degli orrori del ‘900. No al Fascismo, no al Nazismo e infine anche un no al Comunismo resero la sua vita e la sua carriera difficile e tormentata, ma siccome “tutto quel che si può fare è in vita”, per citare le sue parole, Boris Pahor ha anche saputo cogliere il meglio dalla vita attraverso amori appassionati, amicizie profonde e rapporti con le giovani generazioni.
Novantotto anni spesi bene e carichi di esperienze da trasmettere, con tutto il fiato che gli consente un fisico, in apparenza esile, ma costituito di una fibra durissima”.
Un’incontro a noi caro anche perché accompagnato dalla giornalista Cristina Battocletti (Sole 24ore – domenicale), cividalese, amica della Stazione, che ha sostenuto lo scrittore nella ricostruzione compiuta di una vita che già era stata rappresentata per parti nelle numerose opere dell’autore. Il libro è edito da Rizzoli.

Sergio Bernetti in concerto

Musica del mondo nel mondo di Topolò
per Solo Trombone, in vari spazi del paese

Sergio Bernetti, trombonista, collabora con il Teatro dell’Opera di Roma, l’Orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, Teatro alla Scala, Arena di Verona, Orchestra di Roma e del Lazio, Orchestra Sinfonica di Roma e con varie istituzioni musicali del triveneto. Insegna Trombone presso il Conservatorio di Musica di Vibo Valentia. Si occupa di musica contemporanea eseguendo brani di L.Berio, P. Longo, P.Merkù, R. Miani, L.Nono, V. Persichetti, S. Procaccioli, F.Rabe, I. Xenakis e altri.

Leonard Bernstein
Elegy for Mippy II, Boosey&Hawkes, durata 3’
L’esecutore suona battendo il tempo col piede
Enrique Crespo
Improvisation Nr.1, Lydke-Musikverlag, durata 4’
È la “storia” di un ubriaco
Christian Lindberg
Joe Jack Binglebandit, Tarrodi, durata 5’
Fa parte di una trilogia banditesca...
Vincent Persichetti
Parable, Elkan- Vogel, durata 5’
È la Parable XVIII di questo autore
Stefano Procaccioli
Y.A.W., edizioni nonso, durata 4’
Litania senza speranza da “Ecce quòmodo mòritur jùstus”
Franco Mannino
Piccolo Poema, Curci, durata 2’ 30’’
Citazioni dal Tuba Mirum dal “Requiem” di Mozart
Folke Rabe
Basta, Reimers, durata 4’
Filippo Cangiamila
ARUAL, edizioni nonso, durata 4’ 30’’
Introduzione e Danza per Trombone Solo
Gian Paolo Luppi
Aste, edizioni nonso, durata 3’
Cadenza per Trombone Solo
Kurt Sturzenegger
Les Quatre Tempéraments, Marc Reift, durata 5’
“Mélancolique”, “Sanguin”, “Flégmatique”, “Colérique”



Otroci

un film di Vlado Škafar, (2010; 100’)
presentato dall’autore

Un film può essere semplice. Mera documentazione. Può semplicemente registrare ciò che si vede e che si sente.
Può essere puro, perché no?! Se non altro sembra essere stato l’intento dell’autore.
Otroci ha un’aria semplice, ma tratta questioni fondamentali come la felicità, l’amore e la morte. Il regista sloveno Vlado Škafar ha intervistato persone comuni. Ma forse “intervistato” non è il termine esatto: le ha fatte parlare.
È un errore pensare che gente semplice possa solo dire cose semplici. Pensiamo a temi come la felicità, l’amore, la morte, cose di cui pochissime persone parlano facilmente; pochissime persone tra cui ci sono anche quelle del film di Škafar.
A tratti può sembrare che l’autore si concentri semplicemente su come la luce illumina i loro volti e le sue domande sembrano marginali e di poca importanza. I suoi interlocutori rimangono incredibilmente calmi e sereni nonostante parlino delle cose più strane, come se il regista non li stesse ascoltando.
· Vlado Škafar, uomo di lettere e regista, si occupa di diffusione della cultura cinematografica, essendo stato tra le altre cose cofondatore della Slovenska Kinoteka e del festival internazionale Kino Otok – Isola Cinema. Proiezione e sottotitoli a cura del Kinoatelje di Gorizia.

Corsia dei ricordi | Topolove – Livek – Topolò

Anja Medved
Kozice, Brda

Più veloci sono i mutamenti del mondo, più aumenta il bisogno di conservare i ricordi.
All’inizio del XX secolo è stato inventato il cinema con lo scopo di alleviare la memoria. I ricordi pero non parlano solo del passato, ma soprattutto del presente, del perché ricordiamo alcuni eventi e altri no. Il ricordo è quindi strettamente collegato con i progetti, le visioni e le paure per il futuro. Il futuro, infatti, si crea sempre qui ed ora, da ben definiti ricordi e da ben definite dimenticanze.
Gli abitanti di Topolò, Livek e dei paesi limitrofi al di qua e al di là del confine sono invitati a frugare tra i vecchi album di famiglia, scegliere alcune fotografie e condividere con me i loro ricordi nella Corsia dei ricordi Topolo - Livek.
Le fotografie verranno scannerizzate sul posto, in modo da poterle restituire immediatamente ai proprietari. Verrà inoltre registrata una breve intervista con ogni donatore, che commenterà il contenuto delle foto. Le fotografie e le riprese delle interviste verranno conservate nell’Album digitale dei ricordi di Topolò e Livek per le generazioni future.
L’azione di donazione dei ricordi è dedicata alla memoria di Zlatko.

Anja Medved (Nova Gorica, 1969) si è laureata in regia teatrale, oggi si occupa principalmente di video e documentari. Nell’ultimo anno sue opere sono state proiettate a Sarajevo, New York, Parigi, Bruxelles e al festival della Montagna di Trento. Attraverso i racconti di persone che vivono nel territorio transfrontaliero, analizza la complessità delle identità di confine e le strutture della storia nazionale. Nell’ambito dell’associazione Kinoatelje dirige il progetto transfrontaliero di conservazione della memoria di Gorizia e Nova Gorica e del territorio lungo il confine. Torna regolarmente a Topolò, anche per un legame personale con questi luoghi, infatti suo padre è originario di Livek.



Storia di un film (e del suo titolo)

Incontro con Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif

Che Pif, sotto la maschera stralunata del provocatore reso celebre dalle Iene, avesse la stoffa e il rigore del regista lo si era ben capito grazie alle puntate de Il Testimone, trasmesse da MTV.
Con una semplice telecamera a mano e curando artigianalmente ogni aspetto dei suoi servizi, dalla sceneggiatura, al montaggio alle musiche, era riuscito in maniera leggera e mai superficiale, a indagare aspetti tabù della società italiana. Cresciuto a Palermo, Pif ha convissuto con la stagione degli omicidi di mafia, dando per scontato, come fanno i bambini anche nelle situazioni più estreme, che quella dei morti sull’asfalto e delle sirene continue della polizia fosse la normalità. E proprio con quello sguardo recuperato, fattosi adulto, ha voluto raccontare in un film l’aspetto che oggi più lo indigna e che combatte: la mafia.
Il film è in uscita nei prossimi mesi e aveva da oltre un anno un titolo… un titolo che, però, dovrà cambiare.
E ci racconterà perché, oltre a narrare aspetti e curiosità della pellicola in uscita.



Athos. Appunti dalla Montagna Santa

Live painting di Cosimo Miorelli

Uscirà nell’autunno per gli Editori del Grifo, storici stampatori del fumetto di qualità, il volume che ha quale titolo, provvisorio, Athos.
Appunti dalla Montagna Santa. Si tratta di disegni realizzati da Cosimo Miorelli, basati sulle memorie di un viaggio realizzato dal padre nell’inverno del 1985 tra i monasteri greci dell’Aghion Oros, la Montagna Santa, cioè la repubblica monastica di Athos, unico stato teocratico al mondo, abitato da circa 2000 monaci che seguono ancora l’arcaico ritmo di vita delle comunità cenobitiche ortodosse medievali.
I suoni che si ascoltano durante il live, sono stati registrati clandestinamente durante quel viaggio, il cui scopo era quello di raccogliere informazioni sul campo circa le tecniche di pittura e la simbologia dell’icona bizantina.
Cosimo Miorelli (Biella 1986), si sta distinguendo nel panorama nazionale del disegno grazie alle capacità che dimostra nelle performances di live painting. Insieme al polistrumentista Stefano Bechini è titolare del progetto Washout. Vive a Venezia.

Anastomose

Performance Giorgia Minisini e Paulina Rucarba · Sound Design Jean-Baptiste Fave
Berlin · Mexico City · Paris

“Anastomose” è una ricerca coreografica ispirata dall’incontro tra due entità che - dialogando tra loro - compongono una risposta corporea ed emotiva assonante in relazione al paesaggio interno ed esterno. Anastomose è il dialogo che scaturisce tra due corpi che condividono e si condizionano reciprocamente e simultaneamente nell’atto performativo esprimendo la dualità nell’assolo e l’unicità d’assolo nel duetto.
L’azione di donazione dei ricordi è dedicata alla memoria di Zlatko.

Giorgia Minisini è una danzatrice contemporanea e performer free-lance residente a Berlino. Il suo attuale interesse si concentra sul montaggio in tempo reale dei movimenti, con riproduzione immediata degli elementi compositivi.
Ha lavorato nel Regno Unito, USA, Messico, Francia, Danimarca, Germania, Italia e Sud Corea. Quest’anno è impegnata particolarmente negli USA con il progetto Figure Space Project curato da Steve Paxton e Lisa Nelson.
Alla Stazione_Postaja ritorna per curare una spazio d’ascolto meditativo e performativo, che confidenzialmente chiama “la mia casetta” a Topolò.



Casadolcecasa

Reading poetico-sonoro

‘La casa è una perversione’. Da questa fulminante considerazione di Bruce Chatwin sembra partire il testo di Antonella Bukovaz, poeta originaria di Topolò. Stanza dopo stanza, porta dietro porta si aprono le miserie e i rari splendori di uno spazio protetto che può trasformarsi in una gabbia dell’anima.
Non come accompagnamento ma come logica integrazione alle parole, i suoni pre-registrati nei diversi spazi di una casa sono rielaborati da Massimo Croce.
Con i rumori, le note della tromba di Sandro Carta, partecipe di diverse esperienze basate sull’improvvisazione e di Antonella Macchion, già violoncello dell’Orchestra Giovanile Italiana sotto la direzione di Giuseppe Sinopoli e di altre prestigiose formazioni sinfoniche.
La performance, già presentata a Venezia, Roma e Trieste, è qui occasione per presentare il cd con libretto Casadolcecasa, prodotto da ozky e-sound.
Antonella Bukovaz, testo e voce
Antonella Macchion, violoncello
Sandro Carta, tromba
Massimo Croce, rumori



Messaggero dei villaggi dimenticati

Enrico Viola,
Trieste

C'erano.
C'erano i vecchi e i bambini.
E gli animali nei pascoli e nelle stalle.
C'era il fumo dei focolari.
Qualcuno nasceva, qualcuno moriva.
Giovani coppie si isolavano nei boschi.
Si sapeva dove sorgeva il sole nel giorno più lungo dell'anno,
e dove calava.
E così per il giorno più corto.
E c'erano tante parole,
per chiamare tutte le cose,
i sentieri, gli incroci e i passaggi,
i monti, le forre, e i prati,
e tutte le case, gli stavoli e i fienili.

Un viaggio nel ricordo di ciò che si è perso ed è caduto nell'oblio, torno a farmi emerodromo, sul filo della suggestione e del rispetto per una serie di nomi che magari potranno dire poco, o niente.
Frassaneit, Tamar, Vuar, Palcoda, San Vincenzo, Piedigiaf, Pozzis, Stavoli, Moggessa di là e di qua, Morolz, Borgo di Mezzo, Badiuz, Riulade di sopra e di sotto, Borgo Cros, Borgo Costa, Borgo Maieroni, Prabunello, Tanacertegna, Predrobrac. Microcosmi disseminati sulle nostre montagne, che quattro case disposte a croce offrono già l'idea di una piazza, della possibilità di un incontro. Alcuni solo ruderi, qualche ricostruzione, qualcuno che resiste.
Come omaggio un incenso da accendere in ognuno di loro.

tra giovedì 12 luglio e domenica 15, dal Lago di Ciul a Topolò, di corsa

Il mio nome è Enrico Viola, “murasaki” per il mondo della corsa. Ho partecipato all'esperienza di Usmis negli anni novanta, suggestionato dal “profumo di selvatico” che il gruppo portava nell'ambito della creazione artistica. Stregato, in età matura, dalla corsa di lunga distanza in ambiente naturale, ho partecipato negli ultimi anni ad alcune delle più dure gare nazionali. Le lunghe escursioni di corsa raccolgono il lato più sognante di ogni corridore; fedele alla dimensione sognante ho donato alla Stazione/Postaja, nel 2011, il progetto Topolovectopolò.




Dithernoise

Wave interference patterns
(The hard problem).
Laptop improvisation or/and video‐music

Dithernoise disegna su un'immaginaria tela sonora il risultato di gesti artistici intuitivi.
I frammenti video ricavati da sorgenti organiche vengono mixati in tempo reale insieme allo svolgimento della performance sonora. Una serie di strutture ritmiche intermodali viene generata dall'esperienza simultanea di informazioni visive e uditive associate secondo intuizioni sinestetiche soggettive.

Simon Longo, aka Dithernoise, è un compositore e video artista di base a Londra. Ha esposto nella capitale britannica e in altri Paesi europei. Il suo lavoro include installazioni site-specific, proiezioni audio-visive, performance sonore e con laptop. Il lavoro di Simon si ispira all' elettronica e all'estetica sia digitale che organica. Crea arte interdisciplinare con riferimenti alle neuro-scienze e alla sinestesia.

Zverinice prijateljice – Amiche bestioline

Matjaž Pikalo è nato nel 1963 a Slovenj Gradec. È a rtista poliedrico, poeta e s crittore, musicista e attore, sceneggiatore, drammaturgo e t raduttore. Si è l aureato in etnologia e sociologia della cultura all’università di Lubiana (1988). Ha proseguito gli studi alla VIII università a Parigi (1990). Per la poesia ha ricevuto il premio internazione Pablo Neruda a Trieste (1998) ed il riconoscimento Arte senza confini per la poesia Misli dobro in modro (2004), che gli ha ispirato anche la sceneggiatura di un cortometraggio (2010). Per l’opera per l’infanzia Luža ha ottenuto il premio Večernica (2002) ed è s tato inserito nella Lista d’onore della sezione slovena dell’IBBY – I nternational Board on Books for Young People (Capetown, 2004). Per il testo illustrato per l’infanzia D’Slamina ha ricevuto il secondo premio della città di Schwannenstadt (2008).
Per proporre le sue poesie ha creato il gruppo musicale Autodafé (1994) con il quale ha registrato tre cd: Le voyage imaginaire – Namišljeno potovanje (1997), Cinéma Voltaire – les chansons populaires (2001), Adf, depuis 1994 (2009) e l a musica per due contrometraggi: Portreta z ozadjem (2000) e Iz prahu sončnih žarkov (2001).



A listening Topolò (Ascoltando Topolò)

Nicolás Carrasco Díaz,
Santiago

Per la Stazione lavorerò alla preparazione e realizzazione di alcune composizioni, mie e di altri compositori. Questi brani saranno realizzati (arrangiati, suonati, eseguiti, attuati) negli spazi aperti dentro e intorno a Topolò, utilizzando registrazioni fatte sul posto e altrove (Santiago, Bahia Inglesa e altre località cilene) e registrazione di versioni precedenti degli stessi brani (più altri materiali sonori: bande di rumore, sinusoidi, radio). I brani, i materiali sonori e la presenza del performer saranno aggiunti trasparentemente ai luoghi, prestando attenzione alle possibili collaborazioni con essi. Topolò non solo come sito, nome, idea, panorama naturale/sonoro, ma ascoltando Topolò.

NCD è nato nel 1980. Compositore, musicista, ha iniziato a fare musica nel 1993. Ha studiato composizione dal 1999 al 2005 e suona musica improvvisata dal 2004. Ha suonato con l'Ensemble Majamama, No Hermanos Carrasco &. Vive a Santiago del Cile.

Krajica Vida

musical scritto da Davide Klodič su una leggenda della Benečija

La leggenda della regina Vida ha affascinato generazioni di bambini delle valli del Natisone.
Quel suo stare al confine tra mito, storia e favola, e quella sua ambientazione in apparenza tanto fiabesca, ma in realtà così tangibile e vera come la grotta d'Antro, donano consistenza al sogno e magia al vero.
Attila ne è il protagonista storico, documentabile e terreno, ma disumano e proveniente da un altro mondo; Vida ne è la regina, simbolo e astrazione di umanità e intelligenza, ma parte immaginaria di un mondo che invece ci è proprio.
Il contrasto è forte e chiaro, il bene contro il male. E vincono il bene e l'intelligenza, la giustizia e la sagacia.
Tali elementi compaiono distintamente nella trasposizione in versi di Aldo Klodič e nelle musiche di David Klodič, autori di un progetto che coinvolge più di 50 tra giovani musicisti, coristi, cantanti e attori. I giovani che raccontano in musica e parole la leggenda a grandi e piccini, e nel farlo si appropriano della storia, cultura e lingua slovena che è stata dei loro antenati, ma che adesso è la loro.

»Ti vida si velika stvar in naš rod te bo častil, dokjer tud on bo živ.«

Progetto del centro musicale sloveno Glasbena matica e dell'associazione Beneško gledališče:
testo Aldo Klodič,
musica David Klodič,
Goran Ruzzier (basso, Attila),
Elisa Iovele (soprano, regina Vida),
piccola orchestra, allievi di canto e coro giovanile della Glasbena matica – Špeter,
coro di voci bianche Mali lujerji,
gruppo dei giovani attori del Beneško gledališče (guidati da Cecilia Blasutig)

Davide Clodig (1974), laureato in matematica e diplomato in pianoforte, è attualmente insegnante presso la scuola bilingue e presso il centro musicale sloveno Glasbena matica a San Pietro al Natisone. Curatore di diverse pubblicazioni musicali, legate a musica popolare e didattica, dirige diverse formazioni corali, per le quali ha scritto numerose composizioni. Autore di brani pianistici e canzoni, compone per piccola orchestra e voci, con spirito oltre che artistico anche didattico. Vincitore del premio di composizione corale “Ignacij Ota”, ha scritto musiche per teatro (“Cica v metroju” - SNG Nova Gorica) e per animazione (“Rezijanska lisica”). Nel 2009 è stato insignito della targa d'argento del Fondo pubblico per le attività culturali della Repubblica di Slovenia (Srebrna plaketa JSKD).




A proposal for T.

una proposta di progetto in due parti per Topolò
Al Margolis
New York

La prima parte consisterà nella presentazione dei lavori, ora ultimati, che ho iniziato durante la mia precedente permanenza a Topolò. Ho registrato separatamente tutti i membri del You Know Quintet (Marta Hari, Antonio Della Marina, Sandro Carta, Michele Spanghero e Veronika Vitzakova) e ho poi usato questo materiale per costruire delle tracce su nastro per ognuno dei musicisti. Questi brani possono funzionare come pezzi indipendenti o fungere da base per una nuova esecuzione dei rispettivi interpreti. Proporrei che ogni sera venisse fatto ascoltare uno di questi nastri e ne seguisse un altro accompagnato da un musicista. Quindi ad esempio il nastro per Sandro seguito dal nastro per Marta con lei stessa che suona dal vivo. La sera seguente il nastro per Veronika seguito da Sandro che suona il suo dal vivo. Cinque eventi serali di 12-15 minuti ognuno.

La seconda parte consisterebbe nel registrare e presentare una nuova composizione ogni sera. Ognuno di questi pezzi si baserebbe sui suoni di Topolò e includerebbe quindi anche le performances degli artisti ospiti della Stazione.

Al Margolis è stato un attivista del "cassette underground" americano durante gli anni '80 con la sua etichetta Sound of Pig Music ed è co-fondatore dell' etichetta sperimentale Pogus Productions, che dirige ancora oggi. Ha lavorato sotto il nome di If, Bwana a partire dal 1984, spaziando dalla costruzione quasi spontanea in studio a processi di composizione più mirati.




Archeo

Dopo aver ottenuto i premi più importanti al Festival del Cinema Sloveno di Portorose nell'ottobre 2011, equivalenti ai David di Donatello in Italia o ai César in Francia, come miglior film, miglior regista e miglior fotografia (Jure Černec), Archeo viene premiato come miglior lungometraggio, nel mese di giugno 2012, all'International Film Festival di Insbruck con questa motivazione "Il regista Jan Cvitkovic ritrae il mondo di tre individui solitari - una donna, un uomo e un bambino. Mette in discussione e si interroga sui principi fondamentali dell'esistenza umana, sulla natura, e infine lo rappresenta con un approccio lento. ARCHEO esplora sentimenti universali con le immagini rarefatte e assenza di dialogo. Tale coraggio di realizzazione dona al film una potenza espressiva straordinaria" Il film, girato nei pressi di Doberdò del Lago sul Carso goriziano è stato coprodotto dalla società goriziana Transmedia con Staragara (Slovenia) e Inforg Studio (Ungheria) e si è avvalso del sostegno allo sviluppo del Fondo Regionale per l'Audiovisivo del Friuli Venezia Gulia e della FVG Film Commision per le riprese e per il Film Fund.

JIYEON KIM / Seoul

Jiyeon Kim started her career as media art project producer, then she moved to the soundmaker/musician field. She mainly uses field recordings with sounds made with handmade analogue sound devices and acoustic objects as her source. Currently she experiments on resonating different materials in various methods with diy microphones, amplifiers, analogue oscillators, which leads her to develop unconventional ways of field recording. Jiyeon is also working as a sound educator, actively programming and running various sound workshops for young people. She aims to inspire participants to engage with their sonic environments in an artistic and social way.

Total gambit

Documentary portrait about Albin Planinc is a film about forgotten genius. Albin Planinc spent more that 25 years in total annonimity, although was more than a decade, from late sixties to late seventies of 20th century, one of best chess players. He did not just beat the best players and participate at most elite tournaments, he was –according to one of famous sisters Polgar, chess master with biggest imagination in the history of chess. Planinc always played on mate, risking everything and winning some anthological games. If we compare chess with art, then Planinc was an artist among chess players.. In front of us there is an adventure of travel into the deep corners of the soul, where imagination and total paralyses are present. Total gambit is not just a film about chess genious Albin Planinc. It is a film about “victims ”, humans that are sent to march in front of human first lines. Their task is to show us the propriate path, even for the cost of their own lifes. (Jan Cvitkovič about his first documentary film)