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Stazione di Topolò _ Postaja Topolove
dal 12 luglio al 21 luglio 2013

venerdì 12 luglio
 
verso le sei della sera Archivio dello spazio di Topolò
Esiti del cantiere con i ragazzi/e della Stazione
condotto da Alessandro Ruzzier, Massimo Croce e Carlo Andreasi
al tramonto, in chiesa Harmonia Caelestis
Rika Murata, Alice Forcessini, Teodora Tommasi, Federico Rossignoli
concerto per viola da gamba, lirone, clavicembalo, flauto e chitarra
con il buio incontro con il regista Gregor Božič
a seguire Cercando le parole
un documentario di Paolo Comuzzi e Andrea Trangoni
da venerdì a domenica 14 Zaupno o skupnem | Segreti sulle cose in comune
una video-installazione di Anja Medved
da oggi fino a domenica 21 To Be Continued 2013
a cura dell’Officina Globale della salute
sabato 13 luglio
all’ora del tè Dotik
incontro con l’artista Xin Cheng
verso le sei della sera parole autorevoli per la XX edizione
a seguire, in piazzetta Koderjana VII
presentazione del libro
Onkraj dreves | Al di là degli alberi
scritto a Topolò da Marko Sosič
al tramonto Accordion Orchestra 4-8-8-16
diretta dal m° Aleksander Ipavec
con il buio, al cinema Grigia come la mafia. Incontro con Pif
a seguire Zverinice prijateljice, video
con Matjaž Pikalo
domenica 14 luglio dedicato alle campane e ai campanari della Benečija
alle dodici Le campane del mezzodì | Opoldanski zvonovi
a seguire Škampinjanje, musica di tradizione e festa
dopo pranzo Topolò, Livek, Montemaggiore, Kobarid
una ricerca con ascolto guidato
dell’etnomusicologo Claudio Montanari
a seguire Sonatina per campane di vetro
verso sera, in chiesa Tra cielo e terra
di Antonio Della Marina
per sassofono e armonici delle campane di Topolò
(prima esecuzione)
al tramonto Concerto in solo
Enrico Malatesta, percussioni
a seguire Le lune di Topolò, vent’anni dopo,
Powaqqatsi, un documentario di Godfrey Reggio
prima proiezione alla Stazione, era il 14 agosto 1994
dalla mattina fino a lunedì 15 Sull’istmo
cantiere pratico sul dettaglio sonoro
condotto dal percussionista Enrico Malatesta
lunedì 15 luglio  
al tramonto Bahnhof Unikum – Postaja Topolove
Talltones Extended quartet in concerto
con il buio Le lune di Topolò
Tutto parla di te
un film di Alina Marazzi
da oggi a domenica 21 Work in progress
un’installazione sonora e visiva di Per Platou
a cura dell’Ambasciata di Norvegia
martedì 16 luglio  
verso le sei della sera Dotik
incontro con il fotografo Patrizio Esposito
con il buio, in piazzetta L’Acropoli di Topolò
rivelazioni sulla Topolò ellenistica
di Corrado Della Libera
a seguire Le lune di Topolò
Nostalgia della luce
un documentario di Patricio Guzman
a cura dell’Istituto di Topologia
mercoledì 17 luglio  
nel pomeriggio, fino a domenica 21 Innocent eye, di Eyvind Kang
cantiere per la Topolovska Minimalna Orkestra
al tramonto, nel bosco A quiet position - topolò
A concert for musicians and environment
un progetto di Jez riley French
dopo cena Voci | Glasovi
Rdeča večer | Rosso di sera
una festa per il poeta Marko Kravos
tra letture e musica, con Tinkara Kovač e Roberto Dedenaro
a seguire Milano quattro secondi
un lavoro di lunga durata di Patrizio Esposito
giovedì 18 luglio  
verso le sei della sera Voci | Glasovi ospita Acque di acqua
lettura poetica di:
Monika Lazar, Laura Di Corcia, David Bandelj, Maurizio Mattiuzza
al tramonto Piano con i fiati
per fiati, santur, percussioni e tastiere
con il buio TRIon3
per rumori, tromba, basso, ebow, chitarra e video
fino a domenica 21, nella notte, nella buia foresta In bosco al lupo
installazione sonora di Norbert Math
venerdì 19 luglio  
verso le sei della sera A quiet position - topolò
esiti del progetto di Jez riley French e Pheobe riley Law
a seguire From the North East Side
performance di Xin Cheng
con il buio Athos. Appunti dalla montagna santa
un libro di Cosimo Miorelli
a seguire Deklica in drevo | La ragazza e l’albero
un film di Vlado Škafar
sabato 20 luglio  
dal pomeriggio, in diversi luoghi Stazion(i) di Topolò
Les Tambours de Topolò suonano il paese
verso le sei della sera Dotik
incontro con il compositore norvegese Espen Sommer Eide
al tramonto LTdT in concerto
con il buio Oltre il guado
un film horror di Lorenzo Bianchini
girato a Monteprato e Topolò
domenica 21 luglio  
nel pomeriggio Voci / Glasovi
Assentarsi dal mondo
la vita in100mila poesie di Gian Giacomo Menon
presentata da Cesare Sartori
a seguire Music for topolò
di Espen Sommer Eide
verso sera Innocent eye
concerto della Topolovska Minimalna Orkestra
all’imbrunire Piano piano on the road
Alessandra Celletti, pianoforte (e camion)
musiche di E. Satie, P. Glass, G. I. Gurdjieff, A.Celletti
   


email: donatellaruttar@libero.it | morenomior@gmail.com
info: 0432 731818 - 335 5643017 - 338 8764776

con il patrocinio
Comune di Grimacco
Comunità Montana Torre, Natisone e Collio

con il contributo
Regione Friuli Venezia Giulia - Assessorato alla cultura
Comunità Montana Torre, Natisone e Collio
Urad Vlade Republike Slovenije za Slovence v zamejstvu in po svetu

con il sostegno
Lilly MDR-TB Partnership
Galleria l’Affiche
Crowdfunding SOS Topolò
Rhyzom - Graz
Pro Loco Nediške Doline - Valli del Natisone
Associazione Albergo Diffuso Valli del Natisone
PNEK - Production Network for Electronic Art
tutti gli amici di Stazione di Topolò_Postaja Topolove

Topolò di Grimacco (Udine) si trova
a 20 km da Cividale e a 34 km da Udine

ToBe Continued…

48 concerti in 24 ore per suonarle alla TBC

...Ora potete ascoltare tutta la musica incredibile che è stata trasmessa…
Dal Vivo, quando volete! non conoscevo molti degli artisti, ma ogni singolo concerto mi ha fatto realizzare quanta bella musica contemporanea ci sia in giro; siamo veramente fortunati ad averla, perché è preziosa! E quanti magnifici compositori e musicisti contemporanei abbiamo in questo mondo, in questa navicella che chiamiamo Terra. Ognuno dei 48 concerti è disponibile in streaming su Rhys Chatham

La Roja

Simon Longo
London

“I video sono girati nei pressi di San Leonardo/Podutana e in particolare nel torrente Roja che scorre da Altana/Utana, dove ho trascorso anni della mia infanzia.
I suoni sono presi dal medesimo corso d’acqua. Ho fatto una estensiva ricerca sulle risonanze create dall’acqua che scorre fra i sassi e che crea delle ritmiche e risonanze particolari a cui sono interessato.
Nel mio lavoro esploro la psico-acustica, concetti e teorie delle neuro-scienze utilizzati come metodi compositivi per produrre un effetto di “realtà oltre la realtà”. Il mio lavoro pone la questione su cosa sia veramente reale e affronta anche tematiche come l’ecologia e la natura”.
Simon Longo, aka Dithernoise, è un artista visivo e sonoro con base a Londra.

Il suo lavoro comprende anche installazioni site-specific. Il lavoro di Simon si ispira all’elettronica e all’estetica digitale e organica. Crea arte interdisciplinare con riferimenti alle neuro-scienze e alla sinestesia, esplorando in particolare l’interazione percettiva tra suono e visione.

Postajanja

un documentario realizzato dalle ragazze/i della Postaja e da Anja Medved
Stazione di Topolò

Il progetto Postajanja prevede la realizzazione di un documentario riguardante l’edizione 2011 di Stazione di Topolò-Postaja Topolove. Nell’estate del 2011, l’idea è stata quella di avere, per il documentario, un punto di vista diverso e originale: quello delle ragazze e dei ragazzi, adolescenti della zona, che frequentano anche i nostri workshops e che trascorrono a Topolò l’intero periodo del festival. A loro è stata dunque affidata la cinepresa per documentare gli eventi e il backstage. Le decine di ore di girato sono state a quel punto affidate alla regista slovena Anja Medved per il montaggio. Una delle idee portanti di Stazione di Topolò/Postaja Topolove è proprio quella di coinvolgere attivamente i giovani della zona, perché non siano semplici spettatori di quanto avviene ma ne siano, il più possibile, protagonisti insieme a gli artisti internazionali che si succedono di anno in anno. Così sono nate realtà musicali che hanno una notevole rilevanza, come Les Tambours de Topolò e la Topolovska Minimalna Orkestra. Il progetto Postajanja è parte di questo modo di intendere la cultura e l’arte. Il documentario ha avuto la sua prima visione nel giugno di quest’anno al festival cinematografico Kino Otok di Isola d’Istria.
I loro nomi: Dora Ciccone, Paolo Danelone, Emma Golles, Tanja Marmai, Marija Miorelli, Sofia Miorelli, Elena Rucli, Vida Rucli, Sofia Vogrig.


Cantiere di musica per campionatore

coordinato da Massimo Croce

Il campionatore è uno strumento digitale il cui primo esemplare è stato sviluppato alla fine degli anni ’70 dagli australiani della Fairlight, il più popolare e potente campionatore di quegli anni è il famoso Synclavier della New English Digital, tanto potente da essere utilizzato anche per il montaggio del sonoro nel campo cinematografico. Oggi vi sono molti software musicali che utilizzano le infinite potenzialità offerte dalle tecniche di campionamento, tra questi Ableton Live, software tra i più versatili per suonare dal vivo il computer. In questo cantiere, rivolto ai ragazzi/e della Stazione, si utilizzerà un registratore digitale per la registrazione dei campioni, siano essi field recording all’interno e nei dintorni di Topolò, sia quelli di strumenti musicali tradizionali, i quali saranno trasferiti in Ableton Live, successivamente debitamente processati e infine utilizzati per la composizione di un brano di computer music.
Massimo Croce è nato a Ferrara nel 1966, ha vissuto 9 anni nella città del Cairo dove ha potuto approfondire le tecniche di campionamento dei suoni in un ambiente complesso come la grossa megalopoli egiziana. Nel 2007 ha fondato la NetLabel ozky e-sound. Nel 2010 si trasferisce per la maggior parte del suo tempo nelle Valli del Natisone.

Klezmorim

Cantiere di musica klezmer
diretto da Davide Casali
dedicato alla Topolnova Klezmer Orkestra

È dal 1994 che l’antica musica degli Ebrei dell’Europa orientale risuona in Stazione, ancora prima che venissero scoperti i documenti e i reperti relativi alla comunità ebraica che prosperava nella zona più antica del paese basso: tre sinagoghe, la scuola talmudica, il vecchio cimitero, gli spartiti nati dall’estro di musicisti che qui sono vissuti e che sono, poi, emigrati verso la Moravia, la Galizia, il Banato.
È proprio perché tanta ricca tradizione non andasse smarrita che Davide Casali, instancabile esploratore di tale sorprendente passato, propone un cantiere di musica klezmer per musicisti, esperti e principianti.
Sarà un modo per addentrarsi all’interno di questa musica utilizzata nei matrimoni e nelle feste ebraiche; il tutto sfocerà in un concerto finale dove tutti potranno fare parte della Topolnova Klezmer Orkestra che si avvarrà anche di altri musicisti e di altri klezmorim per un unico, grande, festoso evento.
Davide Casali, studioso di cultura ebraica, organizzatore di festival musicali, compositore e clarinettista, fondatore di The Original Klezmer Ensemble, gruppo con il quale si è esibito in Europa, in Giappone e negli Stati Uniti all’interno di importanti rassegne dedicate alla musica etnica e klezmer. È recente fondatore della radio web Vive a Trieste.

Come costruire una Macchina del tempo

Cantiere in riva al senso del tempo
a cura di Fabio Fornasari
laboratorio di 24 ore di manipolazione e costruzione di una installazione Macchina del tempo

Un tempo: un anno. Una misura precisa.
Un luogo: Topolò.
Insieme: un anno fa sono stato a Topolò.
È cominciato un viaggio nella materia e nel tempo. La mia idea era che fosse un viaggio in una immagine, semplicemente.
Lo dicevo quella sera: non puoi stare con le mani in mano. Devi trovare un tuo ruolo: te lo chiede.
Sono ripartito pieno di cose da vedere e molto da conoscere su questo luogo.
Un anno di letture, di approfondimenti sul tema della materia, del futuro e del tempo. …Vivere nel solo presente nell’istante è come vivere una natura morta. Il tempo non esiste ma è la trasformazione del nostro pensiero che ce lo rende visibile.

In questo cantiere centrale è lo slancio verso il tempo. Costruire una macchina del tempo è possibile se si abbandona l’idea di usare la tecnologia e si lavora all’interno di un pensiero di trasformazione: corpo, materia, pensiero.

Fabio Fornasari è nato a Bologna. Si è laureato in architettura a Firenze.
Pur essendo conosciuto per le sue realizzazioni nell’ambito dell’architettura museale, Fornasari è anche artista in senso amplio, spaziando dal design alle architetture virtuali, dalla fotografia alla ricerca in campo artistico.
Ha realizzato, con Italo Rota, nel 2010 il Museo del Novecento (ex Arengario in Piazza Duomo) a Milano. È docente presso l’Università di Urbino e la NABA di Milano.



Kage (per John Cage)

Alessandro Fogar
Grado

Follow thy fair sun, unhappy shadow,
Though thou be black as night,
And she made all of light,
Yet follow thy fair sun, unhappy shadow.
Thomas Campion

Kage (ombra, in giapponese), è innestata teoricamente su quelle concezioni dell’ascolto che concordano sulla necessità di abbandonare il mito romantico del musicistademiurgo, per un’estetica non più soggettivistica e non narrativa, consequenziale.
Kage è rappresentata sotto forma di performance, l’esecutore controlla e influenza, tramite una tavoletta grafica e un mixer midi, processi compositivi interattivi e autoreferenziali. Come la rugiada, distillata dal cielo, il sistema genera suoni utilizzando, come base, quelli presenti nell’ambiente. Particolare importanza avrà il suono ‘ambientale’, il suono delle valli, che sarà captato da un microfono dedicato e ibridato con suoni captati da microfoni a contatto e con emissioni radio. Una serie di segnali di controllo è inoltre derivata dagli stessi suoni, provvedendo ad autoregolare il sistema. Intervenendo sul feedback e sul ricircolo del materiale sonoro, alimentandone le risonanze, si ottengono continuamente nuove suggestioni, tessiture sonore sempre diverse.
Una serie di altoparlanti, di diversa tipologia e caratteristiche, saranno posti in una radura. Il pubblico è invitato a partecipare disponendosi a piacere nelle vicinanze, sperimentando diverse posizioni e sostando a piacere.
Si consiglia di intervenire dotandosi di una coperta o similare per sistemarsi comodamente sul prato.
Alessandro Fogar vive a Grado (Go), studia musica elettronica e nuove tecnologie multimediali presso il Conservatorio G. Tartini di Trieste, dove ha conseguito il diploma di primo livello in musica elettronica.



Tutto sommato ancora una montagna

uno sguardo a più voci sul paesaggio alpino
Piero Zanini
Mezzocorona

All’inizio, si trattava di esplorare un luogo comune: le Alpi. Di andare a vedere e ascoltare questo mondo e mettere alla prova un sentimento: quello di abitarlo e però allo stesso tempo di non riconoscerlo poi troppo, di non ritrovarlo là dove invece appare e si manifesta: nei discorsi e nelle immagini che provano a darne conto, come nelle decisioni che vorrebbero governarlo. Man mano che l’esplorazione avanzava, si è trattato di capire come raccontare un luogo intimo che, proprio perchè luogo comune, è vissuto e immaginato anche da molti altri. Adesso, si tratta di interrogare il presente di un paesaggio, nel modesto tentativo di capire qualcosa su di lui, su come cambia, che è poi dire anche come cambiamo noi. Seguendo una traccia, per quanto esile, cercando un’andatura, per provare ancora una volta a dare senso al nostro abitare il mondo.

Incontro con lo scrittore Veit Heinichen

Accade, talvolta, che il polso di una città, di un luogo, ci venga dato da uno “straniero”, da qualcuno che è giunto da lontano.
Il caso di Trieste e di Veit Heinichen, scrittore tedesco trapiantatosi sul golfo molti anni fa, è proprio uno di questi.
Il suo amore per la città, per il Carso e per il mare che la circondano è così naturale, fisiologico (e organolettico) da non essere cieco e lo porta a non tacerne, nei suoi scritti, anche gli aspetti meno gradevoli, quelli spesso legati al potere o, romanzando ci dirà quanto, al misterioso underground di traffici che inevitabilmente percorrono un luogo così, al confine e allo sbocco di mondi diversi. Per contrastare il male, Heinichen ha creato un poliziotto, un uomo con pregi e difetti, non un eroe, e anche lui “straniero”, il commissario Proteo Laurenti, che fa quello che può ma lo fa bene.
Soprattutto, a contrastare il male ci sono la bellezza e la unicità di Trieste, che è sempre la vera protagonista vincente dei romanzi di Heinichen.
Il fatto che alla Stazione siamo suoi appassionati lettori sarebbe sufficiente per festeggiare l’arrivo di Veit a Topolò ma nel suo ultimo romanzo, Nessuno da solo (edizioni e/o), addirittura hanno un ruolo le valli del Natisone e a questo punto l’incontro diventa inevitabile.

Homage. 9 francobolli per clarinetto solo

Angelo Di Giorgio

Homage a J.S. Bach
Homage a N. Paganini
Homage a C.M. von Weber
Homage a C. Debussy
Homage a M. de Falla
Homage a R.Strauss
Homage a B. Bartok
Homage a Z. Kodaly
Homage a A. Khatschaturian

Dal 2000 è funzionante a Topolò un Ufficio Postale molto particolare; non fornisce servizi ai comuni destinatari dei molti Stati posti nei 5 continenti ma si rivolge esclusivamente agli Stati di coscienza. Detto ciò, anche il materiale postale può non essere cartaceo, com’è il caso della serie di francobolli sonori composti appositamente per il nostro Ufficio da Angelo Di Giorgio, dove si stagliano i profili di alcuni tra i maggiori musicisti di tutti i tempi.
La durata di ogni francobollo, per clarinetto solo, è di circa 3 minuti.
Angelo Di Giorgio si è diplomato nel 1982 in clarinetto, nel 1998 in saxofono.
Esegue musica contemporanea interessandosi anche di musica elettronica.
Ha vinto numerosi premi a concorsi nazionali ed ha partecipato ad un seminario sulle prassi esecutive dell’ultimo Luigi Nono organizzato dalla Biennale di Venezia. Per diversi anni ha partecipato al Gaudeamus ad Amsterdam.


Teatro Naturale

Cantiere di fotografia per macchine di grande formato
a cura di Carlo Andreasi e Alessandro Ruzzier – Woo(o)

La macchina fotografica è prima di tutto uno strumento di registrazione.
Serve a produrre delle tracce e a lasciare delle tracce. Prendendo ispirazione dal libro di Gianni Celati, “Cinema Naturale”, Teatro Naturale è il titolo che abbiamo scelto per questo laboratorio. Lavoreremo con la fotografia per rivelare le sottili ed impercettibili variazioni che il paesaggio offre con lo scorrere delle ore. La camera fotografica diventerà uno spazio scenico in cui si depositeranno eventi leggeri: inquadrature fisse a diverse ore del giorno, con lo scopo di cogliere piccole e grandi mutazioni nella percezione dello spazio. Impareremo ad usare macchine fotografiche di grande formato, svilupperemo assieme i negativi e li stamperemo a contatto in camera oscura per dare forma ad un racconto visuale sul paesaggio di Topolò in forma di piccolo libro artigianale.
Carlo Andreasi ha studiato Scienze naturali presso l’Università di Trieste e l’Ecole National d’Art Plastique a Mulhouse (F), seguendo il corso di fotografia e grafica.
Il suo lavoro si basa sul paesaggio nel rapporto tra rappresentazione concettuale ed esperienza fisica e sensoriale. Ha vissuto tra Mulhouse e Strasburgo negli anni dal 1994 al 2003, approfondendo la filosofia dell’uso di camere fotografiche di grande formato e la fotografia intesa come pratica di registrazione. Vive a Trieste.
Alessandro Ruzzier. “Attraverso l’esperienza (intesa come sperimentazione diretta), l’osservazione, l’intuizione, l’istinto, l’azione e la riflessione raccolgo tracce ed elementi che sedimentano su diversi supporti ricettivi. Fotografie, suoni, immagini latenti, parole, azioni, intermittenze. Lavoro sulla storia, o meglio, sull’apparato scenico che mi permette di includere e mostrare gli esiti della raccolta. Credo sia importante dare una storia al senso delle cose, piuttosto che dare senso a una storia”. Vive a Gorizia.

dial: In_C. Libero arrangiamento ispirato a In C di Terry Riley

per ensemble da camera, elettronica e video
Michele Spanghero · Hiroshi Matoba
Staranzano · Fukuoka

Nel corso degli ultimi anni In C di Terry Riley è stato il leitmotiv della Stazione di Topolò e della sua orchestra TMO, nata proprio attorno al progetto di eseguire questa composizione. Data la familiarità fra In C, la TMO e Topolò, ho pensato fosse interessante riproporre questo brano alla Stazione, ma ripensato e rivisitato. La confidenza dei musicisti della TMO con In C e la libertà insita nella composizione di Riley hanno suggerito la possibilità di approcciarsi ai frammenti di In C in modo creativo. Così nasce l’idea di coinvolgere due artisti giapponesi, Hiroshi Matoba e Nobuhiko Furuta, creatori di un software audiovisuale pensato per improvvisazioni musicali basate sulla creazione e modellamento in tempo reale di loop. Una formazione cameristica di musicisti, scelti tra i membri della TMO e alcuni ospiti dell’edizione della Stazione, entrerà in dialogo con i samplings elettroacustici di Matoba e Furuta creando una performance che parte da In C per aprirsi a un paesaggio sonoro più ampio.
Michele Spanghero (Gorizia, 1979). Artista sonoro e visivo. Il suo interesse attuale è focalizzato sulla musica improvvisata ed elettronica (come contrabbassista e compositore) e installazioni sonore. Conduce parallelamente un percorso di ricerca e sperimentazione visiva con particolare interesse verso il medium fotografico.
Hiroshi Matoba nasce in Giappone nel 1983. Dopo una laurea in design del prodotto sta studiando sound art e programmazione alla Kyushu University e Adcdu. Il suo lavoro mira alla creazione di nuovi sistemi sequenziali per la musica. Recentemente ha provato a costruire un software per la composizione che sfrutta una concezione circolare anziché lineare del tempo. Con questo sistema ha creato materiali audio e video per le sue installazioni.
Transmediale award 2009, International festival of electronic art 404, Baca-Ja 2008, Asia Digital Art Award 2008.

In C, di Terry Riley

Topolovska Minimalna Orkestra
coordinamento di Antonio Della Marina e Al Margolis

La TMO è uno dei vanti della Stazione. Il suo scopo è quello di assemblare i ragazzi/e della zona con musicisti esperti provenienti da diversi generi: classica, jazz, etno, rock, folk, sperimentale.... L’idea di riproporre In C, capolavoro del minimalista americano Terry Riley, nasce dalla presenza in paese di Al Margolis, anima del gruppo newyorchese The Styrenes, autore di una delle più celebri e apprezzate versioni del brano. Sarà quindi una versione molto “rock” quella del 15 luglio...
Al nucleo di ragazze/i si aggiungeranno i musicisti che tradizionalmente collaborano con la Stazione e quelli che momentaneamente ne sono ospiti. La TMO nasce a Topolò durante la Stazione 2008. La sua struttura è aperta, varia continuamente. Ai ragazzi e alle ragazze delle Valli, si aggiungono di volta in volta musicisti, professionisti e dilettanti, disponibili a collaborare ai singoli progetti. Dalla sua nascita, l’Orkestra è affidata alle cure di Antonio Della Marina. Nel mese di settembre 2012 la TMO si esibirà a Lubiana, presso i nuovi spazi per le arti sonore della Vodnikova Domačija.

Nel migliore dei mondi possibili

2012 – 5’32’’
un video di Steve Rowell, audio di Signe Lidèn
a cura dell’Ambrasciata di Norvegia

Su di un’isola a metà strada tra il Polo Nord e la Norvegia, il complesso a prova di disastro Svalbard Global Seed Vault contiene campioni di semi da tutto il mondo, ognuno protetto da una speciale capsula di sicurezza.
Speriamo di non averne mai bisogno.
Lasciate che gli scienziati vi spieghino a cosa servono 700 mila campioni di semi, come il sistema agricolo globale andrebbe risanato per evitare fame e distruzione… forse…
Gli artisti Signe Lidèn, Annesofie Nom e Steve Rowell hanno visitato la banca dei semi nel 2010. Le loro foto e i materiali audio-visivi sono ora in mostra al Cold Coast Archive: Future Artifacts from the Svalbard Global Seed Vault.

Lamento · Pritožba

Concerto per Solo piatti
Enrico Malatesta
Cesena

A Topolò vorrei proporre un mio solo speciale, solo per piatti, intitolato Lamento.
È un lavoro sonoro incentrato sulla costruzione di una dimensione corale in cui ridefinire le capacità timbrico e spaziali dei piatti. Utilizzando tecniche estese alla valorizzazione delle innumerevoli possibilità armoniche e brillanti di questi strumenti, il progetto tende ad articolare complesse strutture in grado di creare diversi piani sonori che sfruttino il rapporto con gli spazi di esecuzione.
L’utilizzo di drones e frasi prive di attacco vogliono favorire un avvicinamento dei piatti alle capacità evocative della voce.

Enrico Malatesta, 1985. Percussionista attivo nel campo della musica contemporanea, elettroacustica e di improvvisazione. La sua personale attività e ricerca è volta alla ridefinizione del ruolo del percussionista nei diversi ambiti contemporanei, approfondendo la dimensione acustica e materica degli strumenti a percussione. Oltre ai personali progetti, è attivo anche come interprete di repertorio solista del ‘900 comprendente partiture grafiche e/o di notazione non tradizionale di compositori quali John Cage, Morton Feldman, Karlheinz Stockhausen, Earle Brown.

Il margine delle cose

Topolò si trova sul confine nord-orientale dell’Italia, nel sud dell’Europa, e la Norvegia, come nazione, rappresenta il confine settentrionale dell’Europa. Siamo entrambi periferici.

A scuola, molto tempo fa, i nostri maestri ci dissero che se avessimo puntato un compasso su Oslo e l’avessimo aperto fino a toccare il nostro confine settentrionale, il cerchio risultante sarebbe passato esattamente attraverso il Colosseo a Roma. In altre parole i bambini norvegesi imparano che sono il centro del loro mondo - la periferia è solo una questione di definizione!

Questo è vero anche nel mondo dell’arte e della musica. La parola “limite” descrive qualcosa che sta alla distanza massima raggiungibile dal centro e al contempo rappresenta qualcosa che gli artisti di tutto il mondo si sono sempre sforzati di raggiungere. In quanto minoranze abbiamo una certa unicità rispetto alle masse e ne siamo orgogliosi. Tutte le strade porteranno a Roma, ma almeno una di esse ha origine tra le montagne della Norvegia ed un’altra, molto ripida, piena di curve ma anche importante ha inizio quassù, alla chiesa di Topolò.

È destino di entrambe le nostre genti quello di essere circondate da boschi, montagne, intemperie, creature mitologiche, fantasmi ed una storia piena di avversità politiche e culturali. Ho imparato che i Topolonauti come me hanno sempre un orecchio particolare per le piccole cose, spesso semplici e inaspettate.
In questi luoghi così intensi condividiamo la gioia di nuove imprese artistiche e anche questioni fondamentali della vita. Siamo ostinati, siamo piccoli, e la Stazione ci insegna a rispettarci e fidarci gli uni degli altri.

Topolò è l’epicentro della periferia. Che questa ambasciata sia un simbolo di ciò che un piccolo gruppo di persone amorevoli può raggiungere insieme, su una scala 1:1. Piccolo è bello.
Per Platou, ambasciatore


Kathmandu, lezioni di tenebre

Martino Nicoletti
Glasgow

Cose che c’erano e altre che avrebbero dovuto esserci.
Questa città, la Kathmandu di polvere, fango e legno, issato e poi portato via, matura al tramonto.
Persone evaporano di nuovo in respiri e l’intera piatta valle torna ad adagiarsi sulle sue colonne di vertebre.


Una catabasi visionaria capace di condurre nei meandri dell’abissale metropoli himalayana di Kathmandu: città, spazio reale, ma soprattutto inviolato recesso dell’anima.
Immagini fotografiche, frammenti poetici e un’ambientazione sonora, creata dallo stesso artista e interpretata dalla potente voce di Giovanni Lindo Ferretti, offrono una fruizione completa dell’opera.
Martino Nicoletti (Perugia, 1968), si occupa da oltre venti anni di Asia, continente in cui ha lungamente viaggiato, vissuto e lavorato come etnologo e artista visivo. È autore di numerosi saggi etnografici, racconti di viaggio, artist’s books e cortometraggi. Risiede a Glasgow. A Topolò ritorna con la sua opera poetica e fortemente evocativa abitando uno spazio domestico con immagini e suoni raccolti ed elaborati dalla sua ispirata ricerca.


Il perimetro infinito di un triangolo scaleno

Fabrizio Fiore

Il triangolo di Kock (o fiocco di Kock) è una figura frattale che parte da una base di un triangolo equilatero. Ad esso si sezioni ogni lato in tre segmenti ugualie se ne tolga quello in mezzo. Al suo posto poniamo altri due segmenti uguali a formare un triangolo al centro dei tre lati della figura di partenza.
Continuando il processo avremmo una figura simile ad un fiocco di neve con un area indefinibile ma finita ed un perimetro infinito. Ingrandendo la figura ottenuta troveremmo sempre lo stesso pattern in qualsiasi punto.
Cosa accadrebbe se la figura di partenza fosse un triangolo scaleno?
Cosa accadrebbe se i lati del triangolo fossero un trio di fiati?
Rossana Lonza – oboe
Neven Stipanov – clarinetto
Serena Candolini – fagotto
Studente di musica elettronica al Conservatorio di Trieste, frequenta attualmente il biennio di specializzazione in composizione videomusicale. Le sue opere spaziano dall’elettroacustica pura a quella mista, passando per il live electronics, la videoarte, la sound art e la musica strumentale. Il progetto è pensato per una esecuzione nei boschi che circondano Topolò. Fabrizio Fiore vive a Gorizia.

Topolov gozd

un intervento di land art
Francesca Zoboli
Milano

Questa estate chi vorrà fare una passeggiata nel bosco di Topolò, potrà incontrare alberi singolari, vestiti di nuove livree cartacee e colorate. Il sentiero che conduce al confine sloveno è popolato da sculture e interventi che nel corso degli anni vari artisti hanno lasciato, questo intervento però avrà vita breve, anche per non disturbare troppo e sarà piuttosto un apparizione. Da tempo lavoro con la carta, la tratto e la dipingo con varie tecniche che la rendono spesso un materiale molto simile a qualcosa di organico e naturale, sia nelle texture che nei colori.
Così mi interessava agire in un contesto come un bosco dove il confine tra naturale e artificiale sarebbe stato molto sottile, lavorando su micro variazioni come il ritmo, le forme e i colori che contemporaneamente appaiono e scompaiono creando una nuova visione del bosco. Sarà poi da scoprire come il tempo, il clima e il sole e forse gli animali lavoreranno sull’ opera lasciando nuovi segni e modificandola.

Francesca Zoboli si è diplomata in Visual Design nel 1981, presso la Scuola Politecnica di design di Milano. Successivamente ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, diplomandosi in Pittura nel 1985.
Dal 1990, parallelamente alla ricerca pittorica, si occupa di decorazione di interni, (progetta e realizza pannelli decorativi per il nuovo concept store di Kenzo a Parigi). Ultimamente si è dedicata anche all’ illustrazione di libri per l’infanzia.
Vive e lavora a Milano.

Ella Adaïewsky (1846-1926)

Viaggio in Benečija di un’etnomusicologa ante litteram
Andrea Rucli pianoforte · Claudia Grimaz soprano · Antonella Bukovaz voce

La personalità di Elisabeth von Schultz, meglio nota con il nome d’arte di Ella Adaïewsky, rappresenta senza dubbio una delle figure femminili più interessanti tra quelle operative dalla fine dell’Ottocento all’inizio del secolo scorso.
Nata a San Pietroburgo il 10 febbraio 1846 (secondo il calendario giuliano) da madre tedesca del Nord e da padre baltico, sviluppò precoci doti pianistiche e dall’età di quindici anni iniziò un’intensa attività concertistica in tutta Europa.
Nel corso della sua lunga esistenza Ella Adaïewsky ebbe occasione di intrattenere rapporti umani e professionali con il Gotha musicale del tempo: Čajkovskij, Berlioz, Gounod, Rossini, Liszt, Brahms e Clara Schumann.
Delusa dal divieto politico di rappresentazione in cui era incorsa la sua opera Zarja, l’aurora della libertà, imperniata sul tema dell’abolizione della servitù della gleba, nel 1882 si allontanò definitivamente dalla Russia e iniziò a condurre una vita itinerante tra Parigi, Berlino, Vienna e soprattutto Venezia, dove risiedette abbastanza stabilmente per oltre vent’anni. Durante le ferie estive, spesso trascorse a Tarcento, ebbe modo di collaborare con Jan Baudoin de Courtenay, caposcuola della linguistica russa, supportando le sue ricerche glottologiche nell’area friulana e slovena con pionieristiche indagini etnomusicologiche condotte nella Valli del Natisone, di Resia e del Torre. Privata di rendite e possedimenti in seguito alla rivoluzione d’ottobre, sospettata di attività di spionaggio filorusso, condusse vita ritirata in Germania, dove morì ottantenne a Bonn, nel 1926.

Andrea Rucli, pianista di fama internazionale e studioso appassionato della Adaïewsky, ci restituisce un ritratto dell’artista russa attraverso la sua musica e gli scritti relativi alle esplorazioni nelle valli del Natisone datati inizio ‘900.
Con Rucli, la soprano Claudia Grimaz e Antonella Bukovaz, voce recitante.


Sergio Bernetti in concerto

Musica del mondo nel mondo di Topolò
per Solo Trombone, in vari spazi del paese

Sergio Bernetti, trombonista, collabora con il Teatro dell’Opera di Roma, l’Orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, Teatro alla Scala, Arena di Verona, Orchestra di Roma e del Lazio, Orchestra Sinfonica di Roma e con varie istituzioni musicali del triveneto. Insegna Trombone presso il Conservatorio di Musica di Vibo Valentia. Si occupa di musica contemporanea eseguendo brani di L.Berio, P. Longo, P.Merkù, R. Miani, L.Nono, V. Persichetti, S. Procaccioli, F.Rabe, I. Xenakis e altri.

Corsia dei ricordi | Topolove – Livek – Topolò

Anja Medved
Kozice, Brda

Più veloci sono i mutamenti del mondo, più aumenta il bisogno di conservare i ricordi.
All’inizio del XX secolo è stato inventato il cinema con lo scopo di alleviare la memoria. I ricordi pero non parlano solo del passato, ma soprattutto del presente, del perché ricordiamo alcuni eventi e altri no. Il ricordo è quindi strettamente collegato con i progetti, le visioni e le paure per il futuro. Il futuro, infatti, si crea sempre qui ed ora, da ben definiti ricordi e da ben definite dimenticanze.
Gli abitanti di Topolò, Livek e dei paesi limitrofi al di qua e al di là del confine sono invitati a frugare tra i vecchi album di famiglia, scegliere alcune fotografie e condividere con me i loro ricordi nella Corsia dei ricordi Topolo - Livek.
Le fotografie verranno scannerizzate sul posto, in modo da poterle restituire immediatamente ai proprietari. Verrà inoltre registrata una breve intervista con ogni donatore, che commenterà il contenuto delle foto. Le fotografie e le riprese delle interviste verranno conservate nell’Album digitale dei ricordi di Topolò e Livek per le generazioni future.
L’azione di donazione dei ricordi è dedicata alla memoria di Zlatko.

Anja Medved (Nova Gorica, 1969) si è laureata in regia teatrale, oggi si occupa principalmente di video e documentari. Nell’ultimo anno sue opere sono state proiettate a Sarajevo, New York, Parigi, Bruxelles e al festival della Montagna di Trento. Attraverso i racconti di persone che vivono nel territorio transfrontaliero, analizza la complessità delle identità di confine e le strutture della storia nazionale. Nell’ambito dell’associazione Kinoatelje dirige il progetto transfrontaliero di conservazione della memoria di Gorizia e Nova Gorica e del territorio lungo il confine. Torna regolarmente a Topolò, anche per un legame personale con questi luoghi, infatti suo padre è originario di Livek.



Anastomose

Performance Giorgia Minisini e Paulina Rucarba · Sound Design Jean-Baptiste Fave
Berlin · Mexico City · Paris

“Anastomose” è una ricerca coreografica ispirata dall’incontro tra due entità che - dialogando tra loro - compongono una risposta corporea ed emotiva assonante in relazione al paesaggio interno ed esterno. Anastomose è il dialogo che scaturisce tra due corpi che condividono e si condizionano reciprocamente e simultaneamente nell’atto performativo esprimendo la dualità nell’assolo e l’unicità d’assolo nel duetto.
L’azione di donazione dei ricordi è dedicata alla memoria di Zlatko.

Giorgia Minisini è una danzatrice contemporanea e performer free-lance residente a Berlino. Il suo attuale interesse si concentra sul montaggio in tempo reale dei movimenti, con riproduzione immediata degli elementi compositivi.
Ha lavorato nel Regno Unito, USA, Messico, Francia, Danimarca, Germania, Italia e Sud Corea. Quest’anno è impegnata particolarmente negli USA con il progetto Figure Space Project curato da Steve Paxton e Lisa Nelson.
Alla Stazione_Postaja ritorna per curare una spazio d’ascolto meditativo e performativo, che confidenzialmente chiama “la mia casetta” a Topolò.

Jean-Baptiste Fave is a French visual artist specialized in sound and Video.
He was working with AMIS: Asociation Atelier Mémoires Images et Sons since 2004 giving Workshops of creation and Audiovisual realization. He was working in collaboration with Patrick Fontana, Nathalie Fave, Paulina Rucarba, Mario Ruiz, Lourdes Roth, Laura Vera, Ximena Monroy ( “Agite y Sirva” - Touring Screendance festival in México and France), Giorgia Minisini, among others.

Giorgia Minisini is a free-lance contemporary dancer and performer based in Berlin. Her current interest is focused on real-time movement editing and instant replay of compositional elements. She has been working in the UK, USA, Mexico, France, Denmark, Germany, Italy and South Korea. This year she is regularly traveling to the USA for the Figure Space Project lead by Steve Paxton and Lisa Nelson.